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MONDO

Il viaggio

Ultimo giorno del Papa in Perù. "Lottare contro il femminicidio". La polemica su Barros

Papa Francesco conclude oggi la sua visita in Perù e con essa il suo 22/mo viaggio internazionale, che lo ha portato anche in Cile, il sesto in cui ha toccato Paesi dell'America Latina.

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Il Papa dal Perù condanna con forza la violenza sulle donne e invita a "lottare contro la piaga del femminicidio", avvertendo che "sono molte anche le situazioni di violenza che sono tenute sotto silenzio al di là di tante pareti". Alle ore 16.45 locali (22.45 ora di Roma), il Santo Padre Francesco ha presieduto la Celebrazione mariana in omaggio alla Virgen de la Puerta nella Plaza de Armas a Trujillo, in Perù. Dopo gli indirizzi di saluto dell'arcivescovo di Trujillo, monsignor Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, e di una coppia di giovani, il Papa ha pronunciato il suo discorso, dove per la prima volta ha pronunciato la parola femminicidio. "Maria ci deve aiutare a generare atteggiamenti di riconoscimento e gratitudine nei riguardi della donna, nei riguardi delle nostre madri e nonne che sono un baluardo nella vita delle nostre città. Quasi sempre silenziose portano avanti la vita. E' il silenzio e la forza della speranza. Grazie per la vostra testimonianza!", ha sottolineato Papa Francesco. "Riconoscere e ringraziare. Ma - ha aggiunto - guardando alle madri e alle nonne voglio invitarvi a lottare contro una piaga che colpisce il nostro continente: i numerosi casi di femminicidio. E sono molte le situazioni di violenza che sono tenute sotto silenzio al di là di tante pareti". "Vi invito - ha esortato il Papa - a lottare contro questa fonte di sofferenza chiedendo che si promuova una legislazione e una cultura di ripudio di ogni forma di violenza".

Dopo la preghiera mariana, Bergoglio ha deposto un Rosario e reso omaggio alla Virgen de la Puerta, mentre si intonavano le litanie alla Madre di Dio di S. Toribio di Mogrovejo e i bambini portavano fiori e candele. Al termine della celebrazione mariana, dopo la benedizione finale, il Papa si è trasferisto in auto all'aeroporto di Trujillo da dove, congedatosi dall'arcivescovo, dal governatore e dai sindaci di Trujillo, Huanchaco e Víctor Larco, alle ore 18.15 locali (00.15 ora di Roma), è decollato, a bordo di un A319 della Latam - alla volta di Lima.

O'Malley: Papa riconosce errori di chi ha abusato di bambini
Con una nota ufficiale pubblicata sul sito Boston Catholic, il cardinale Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha ribadito l'impegno del Pontefice nei confronti delle vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero, dopo che Bergoglio aveva preso le difese del vescovo Barros, accusato da alcuni suoi fedeli di avere coperto Fernando Karadima, condannato dalla congregazione per la Dottrina della fede per i suoi abusi. 

"Non so dire per quale ragione il Santo Padre abbia scelto i termini specifici che ha usato in quell'occasione", ha scritto l'arcivescovo nel suo statement, aggiungendo: "Quello che però so è che Papa Francesco riconosce pienamente gli enormi errori della Chiesa e del suo clero che ha abusato di bambini, e il devastante impatto che questi crimini hanno avuto sulle vittime e sui loro familiari".

Il cardinale O'Malley nella sua nota, pubblicata anche da Radio vaticana, interviene quindi due giorni dopo le parole del Papa in Cile. "Il giorno che mi portano prove contro il vescovo Barros, parlerò. Non c'è una sola evidenza contro di lui. Questa è calunnia. Chiaro?": così Papa Francesco giovedì scorso ha infatti risposto ad un gruppo di giornalisti cileni in merito alla vicenda del vescovo cileno Juan Barros, che egli ha nominato a capo della diocesi di Osorno, ed è accusato da alcuni suoi fedeli di avere coperto l'influente sacerdote pedofilo Fernando Karadima, condannato dalla congregazione per la Dottrina della fede per i suoi abusi. 

Due giorni prima, mercoledì, nel suo discorso al Palacio de La Moneda di Santiago del Cile con le autorità e i rappresentanti cileni della società civile, Papa Francesco aveva usato parole dure contro la pedofilia: "Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell'episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta". 

​E il giorno dopo il Papa ha incontrato nella Nunziatura Apostolica di Santiago del Cile un piccolo gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di preti. Un incontro privato nel quale Papa Francesco, "li ha ascoltati e ha pregato e pianto con loro", ha poi reso noto il direttore della sala stampa vaticana, Greg Burke.Ma di fronte alle parole di Bergoglio in favore del vescovo Barros, il cardinale O'Malley ha deciso di intervenire, per chiarire la posizione del Papa, con una nota ufficiale pubblicata ieri sul Boston Catholic: "E' comprensibile - si legge nella nota - che le affermazioni che Papa Francesco ha fatto a Santiago, in Cile, siano state fonte di grande dolore per le persone che hanno subito abusi sessuali da parte di elementi del clero o di qualsiasi altro colpevole". Ché "parole come: 'se non puoi dimostrare le tue accuse, non puoi essere creduto', fanno sentire abbandonate chi ha subito riprovevoli violazioni criminali della loro dignità e relegano le vittime in un esilio di discredito".

"Non essendo stato personalmente coinvolto nelle situazioni che sono state l'oggetto dell'intervista - ha spiegato il cardinale O'Malley - non so dire per quale ragione il Santo Padre abbia scelto i termini specifici che ha usato in quell'occasione. Quello che però so è che Papa Francesco riconosce pienamente gli enormi errori della Chiesa e del suo clero che ha abusato di bambini, e il devastante impatto che questi crimini hanno avuto sulle vittime e sui loro familiari".Il cardinale ha ribadito poi la posizione di Papa Francesco e la tolleranza zero nei confronti di chi abusa dei bambini: "Non c'è posto nella chiesa".

"Ho accompagnato il Santo Padre in molti dei suoi incontri con le vittime - ha ricordato il cardinale  nella nota - e ho potuto constatare il suo dolore nel prendere coscienza della profondità e dell'ampiezza delle ferite inflitte a chi aveva subito abusi, e nel constatare che il processo di guarigione può richiedere una vita intera". "Le affermazioni del Papa sono che non c'è posto nella Chiesa per chi abusa dei bambini e che dobbiamo adottare la tolleranza zero, perché questi crimini sono reali e combatterli è il suo impegno", ha sottolineato il presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori.

"Le mie preghiere e la mia pena saranno sempre con le vittime e con i loro familiari. Non potremo mai annullare le sofferenze che hanno vissuto, né pienamente curare il loro dolore", ha continuato l'arcivescovo di Boston, aggiungendo: "In alcuni casi dobbiamo accettare che perfino il nostro sforzo di offrire assistenza sia motivo di angoscia per le vittime, e che dobbiamo pregare per loro in silenzio mentre offriamo loro il nostro sostegno come risposta del nostro dovere morale". E - ha concluso il presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori - "personalmente, continuo nel mio lavoro per la guarigione di tutti coloro che sono stati così gravemente feriti e per la vigilanza nell'impegno di garantire la tutela dei bambini nella comunità della Chiesa, in modo che questi crimini non accadano mai più".

Ultimo giorno del Papa in Perù: il decollo per Roma è previsto alle 18.45 (le 00.45 italiane) 
Alle 8.20 del mattino (le 14.20 in Italia) il Papa si congeda dalla nunziatura apostolica di Lima per trasferirsi al santuario del Senor de los Milagros gestito dalle Carmelitane Scalze e recitare, alle 9.15 (15.15 in Italia), la preghiera dell'ora media con 500 religiose peruviane. Dopo la preghiera, il Pontefice pronuncia un'omelia. Alle 10.10 (16.10 in Italia) si trasferisce in papamobile  alla cattedrale di San Juan Apostol y Evangelista, a pochi metri, per pregare sulle reliquie dei santi peruviani. Alle 10.50 (16.50 in Italia) incontra i vescovi e tiene un discorso. Quindi, alle 12 (le 18 italiane) recita l'Angelus della domenica nella plaza de Armas.

Dopo il pranzo con il seguito in nunziatura, si trasferisce alla base aerea Las Palmas per la messa, alle 16.15 (22.15). La messa dovrebbe essere concelebrata dal cardinale O'Malley, arrivato a Lima ieri sera, dopo aver trasmesso una dichiarazione critica nei confronti del Pontefice. La sua presenza, ad ogni modo, era già prevista. Dopo la messa, durante la processione di ritorno in sagrestia, il Papa saluta Pedro Pablo Kuczynski, presidente della Repubblica e 7 rappresentanti di confessioni cristiane non cattoliche. Alle 18.30 (00.30) la cerimonia di congedo ufficiale dal Perù in aeroporto accolto, ancora, da Kuczynski nella lounge presidenziale per un incontro di alcuni minuti. Il decollo per Roma è previsto alle 18.45 (le 00.45 italiane) e l'arrivo all'aeroporto di Ciampino alle 14.15, dopo 13 ore e 30 di volo. In aereo si terrà la conferenza stampa con i giornalisti del seguito.