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MONDO

Medio Oriente

Verso l'offensiva finale contro Idlib, a Teheran vertice sulla Siria tra Iran, Turchia e Russia

Il governo siriano sta approntando insieme alla Russia un'offensiva su larga scala contro la provincia settentrionale di Idlib, che trova al momento l'opposizione della Turchia, secondo cui tale operazione sarebbe "disastrosa", un'opinione condivisa anche dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres

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Si apre  a Teheran il vertice trilaterale tra Iran, Russia e Turchia per decidere il destino della provincia siriana di Idlib, l'ultima roccaforte dei ribelli nel nord del Paese. L'incontro tra il presidente iraniano Hassan Rouhani e i suoi colleghi Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan precede di poche ore la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, convocata dagli Stati Uniti proprio per discutere dell'annunciata offensiva di Damasco sulla provincia.

Secondo la televisione di Stato iraniana Irib e secondo quanto comunicato dalla presidenza russa e turca, i tre leader hanno in programma anche diversi "incontri bilaterali", a margine del vertice. I leader dei tre Paesi si sono gia' incontrati in questo formato nel novembre 2017 a Sochi e nell'aprile 2018 ad Ankara.

L'agenzia statale iraniana Irna nota che i tre presidenti, garanti del "processo di Astana" per la Siria, si ritrovano oggi tutti e tre colpiti dalle sanzioni degli Stati Uniti, elemento che probabilmente ha contribuito ad un maggiore avvicinamento delle loro posizioni, anche sulla Siria. 

Convincere Erdogan su intervento a Idlib
Il governo siriano sta approntando insieme alla Russia un'offensiva su larga scala contro la provincia settentrionale di Idlib, che trova al momento l'opposizione della Turchia, secondo cui tale operazione sarebbe "disastrosa", un'opinione condivisa anche dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

La linea rossa delle armi chimiche
Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno avvertito Damasco che risponderanno militarmente a eventuali attacchi chimici condotti dal regime nell'area. La Russia ha fatto sapere di avere le prove del tentativo dei "terroristi" di condurre attacchi chimici in Siria, per dare un pretesto ai Paesi occidentali di intervenire contro le truppe di Damasco.

Il segretario alla Difesa statunitense Jim Mattis ha invece smentito Mosca, dicendo che non c'e' "assolutamente alcuna prova" che suggerisca tali preparativi. L'inviato speciale degli Stati Uniti in Siria, James Jeffrey, ha detto che ci sono "molte prove" di preparativi da parte del regime per un attacco su Idlib con armi chimiche. L'inviato speciale in Siria del segretario generale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha fatto sapere che il regime ha concesso fino al 10 settembre alla diplomazia, dopo di che sferrera' l'attacco.

Martedi', dopo 22 giorni di sosta, sono ripresi i raid russi, in particolare sui distretti occidentali di Idlib: Jisr al-Shughour e Ariha. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, almeno 180 famiglie, circa 1.000 persone, hanno gia' abbandonato alcuni villaggi nel sud est della provincia, che si trovano vicino al territorio controllato da Damasco, dirigendosi verso le zone ribelli della vicina provincia di Aleppo.

Mosca: "Terroristi usano scudi umani"
 "I terroristi impediscono l'uscita dei civili dalle zone di Idlib, attraverso i corridoi umanitari aperti e stanno portando verso l'interno della provincia gli abitanti dei villaggi, che si trovano lungo la linea di contatto con le forze governative, con l'intento di usare persone innocenti come scudi umani". Lo ha denunciato la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, nel suo briefing settimanale con la stampa a Mosca. La portavoce ha poi ribadito che per Mosca e' "necessaria l'eliminazione completa e definitiva dei terroristi su tutto il territorio della Siria". "La Russia - ha aggiunto - sta facendo tutto quanto in suo potere perche' questo avvenga col minimo di perdite di vite umane tra la popolazione civile pacifica".