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MONDO

La "Nuova Via della Seta"

Tajani: "L'Europa sovranista si arrende al dragone cinese". Sul 5g la "preoccupazione" di Strasburgo

Il parlamento europeo "esprime profonda preoccupazione" sui rischi per la sicurezza informatica derivanti dalle reti 5g sviluppate da società cinesi.  "Non condivido affatto - dice il Presidente del Parlamento europeo - le scelte del governo italiano che si arrende all'invasione della Cina. Non possiamo accettarlo: la Cina fa i suoi interessi, ma l'Italia e l'Europa devono fare i propri". Per questo, oggi il Parlamento Europeo ha approvato "un testo molto significativo" su questa materia

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Si accende lo scontro sui rapporti tra il colosso cinese e l'Europa, con l'Italia in prima linea data la prospettiva di una intesa imminente con Pechino nel senso di una adesione di Roma - primo Paese del G7 - alla Belt and Road Initiative, la cosiddetta "Nuova via della Seta" promossa da Pechino come rete di infrastrutture dall'impatto strategico sull'economia globale.


Il monito del presidente del Parlamento europeo Tajani
"Sono un sovranista europeo. Per quanto riguarda il tentativo di invasione cinese di porti, infrastrutture e reti in Europa e Italia, mi pare singolare che chi si dice sovranista alzi le mani e si arrenda all'invasione cinese". Lo dice il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, a Strasburgo, durante un punto stampa con il premier slovacco Peter Pellegrini.

"Non condivido la scelta dell'Italia di firmare accordo con Pechino
"Non condivido affatto - continua Tajani - le scelte del governo italiano che si arrende all'invasione della Cina. Non possiamo accettarlo: la Cina fa i suoi interessi, ma l'Italia e l'Europa devono fare i propri". Per questo, oggi il Parlamento Europeo ha approvato "un testo molto significativo" su questa materia.

Tajani, "per essere ancora più chiaro", precisa di non essere "favorevole a cedere il 5G ai cinesi e ho anche molte perplessità sugli accordi che l'Italia intende sottoscrivere sulla Via della Seta".

5g made in China, la "preoccupazione" di Strasburgo
Il parlamento europeo "esprime profonda preoccupazione" sui rischi per la sicurezza informatica derivanti dalle reti 5g sviluppate da società cinesi e lancia un monito agli stati membri affinché ci sia "una risposta coordinata dell'UE".  È la posizione espressa con una risoluzione presentata dai gruppi Alde, S&D, Ppe e Verdi e approvata per alzata di mano dalla plenaria. Gli eurodeputati invitano gli stati membri perche' si "astengano dall'introdurre misure unilaterali sproporzionate che frammenterebbero il mercato unico".

Huawei: "Pronti a seguire le regole europee"
"Siamo pronti a seguire qualsiasi tipo di regole che saranno fissate dai governi e dalla comunita' europea". Lo ha affermato Abraham Liu, vicepresidente per l'Europa di Huaweii, interrogato dai cronisti a margine del suo intervento per l'apertura della nuova sede del gigante cinese hi-tech a Milano, in zona Lorenteggio. L'azienda e' pronta ad affrontare "la sfida sociale" rappresentata dalla sicurezza dei dati con l'avvento del 5G: "Siamo felici che il 5G svolgera' un ruolo importante nella digitalizzazione, per ogni tipo di industria nei prossimi anni. Proprio per questo noi capiamo le preoccupazioni di ogni singolo consumatore e cliente relative alla sicurezza, e questo e' un problema che condividiamo a tutti i livelli. E' un sfida sociale".

Tria: "Tempesta in un bicchier d'acqua"
Sul fronte interno - con la possibile forma del memorandum tra Italia e Cina sulla "Via della Seta" - getta acqua sul fuoco il Ministro dell'Economia. Sono "una tempesta in un bicchier d'acqua" le polemiche, dentro il governo italiano e fra l'Italia e gli Usa, con le perplessità anche da parte dell'Ue, sulla prevista firma di un protocollo d'intesa ("Memorandum of Understanding") fra Roma e Pechino relativo all'iniziativa strategica infrastrutturale della "Belt and Road" (o "Nuova Via della Seta").

Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dell'Ecofin a Bruxelles.  

"Si sta facendo credo una gran confusione su quest'accordo, che non è un accordo e un 'memorandum of understanding'; da quello che so, si ribadiscono principi di collaborazione di cooperazione economica e commerciale che sono presenti in tutti i documenti europei", ha spiegato Tria. "Ovviamente - ha precisato il ministro -, nessuna regola commerciale ed economica viene cambiata, e questo non sarebbe neanche nelle competenze italiane, dato che il commercio internazionale è una competenza europea; credo - ha rilevato - che si stia facendo un po' una tempesta in un bicchier d'acqua". 

"Detto questo - ha proseguito -, forse bisogna tranquillizzare, tenere conto di alcune preoccupazioni, ma credo che si stia creando un po di confusione attorno a questa cosa". A chi chiedeva se allora valga la pena, per un'intesa così blanda, di provocare l'irritazione verso il governo italiano da parte degli Stati Uniti dell'Ue (proprio oggi a Strasburgo la Commissione europea adotterà un documento sui rapporti Ue-Cina), Tria ha risposto: "Questa è una questione che non voglio discutere qui, se ne discute da parte dei ministri degli Esteri. Io ho detto la mia opinione: la 'belt and road' è un'iniziativa partita nel 2013: essenzialmente - ha osservato - è una grande visione di cooperazione economica e di connessione attraverso infrastrutture fra l'Europa e l'Asia. Di per sé è chiaro che è una visione positiva; poi - ha concluso il ministro -  ognuno interpreta come vuole". 

Di Maio: non è per nuove alleanze
"La via della Seta non è assolutamente l'occasione per noi per stabilire nuove alleanze a livello mondiale e geopolitico, ma il modo per dire che dobbiamo riequilibrare le esportazioni di più sul nostro lato, un rapporto ora sbilanciato sulla Cina". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio durante un evento sugli incentivi. 

Salvini: non pregiudizi ma prudenza 
"Via della seta con la Cina? Non abbiamo pregiudizi, ma molta prudenza". Lo ha detto all'ANSA il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine del tour elettorale per le Regionali in Basilicata. "Non abbiamo pregiudizi - ha aggiunto - siamo favorevoli al sostegno e all'apertura dei mercati per le nostre imprese. Altre però sono le valutazioni, sempre attente, che occorre fare in settori strategici per il nostro Paese come telecomunicazioni e infrastrutture". "Non vorremmo diventare una colonia. Laddove, e si è visto, la Cina ha effettuato investimenti, ha aperto il suo mercato nel Paese che lo ha ospitato. Pertanto molta prudenza".