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ECONOMIA

Banca Etruria

Renzi: "Su Bankitalia la nostra battaglia era giusta. Ora basta polemiche"

"Ieri il procuratore di Arezzo ha spiegato che non c'è nessun profilo penale per il padre di Maria Elena Boschi. La vicenda di Boschi e di Banca Etruria è un gigantesco alibi per non affrontare il vero problema, che i risparmiatori che sono stati fregati dalle banche"

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"Ieri il procuratore di Arezzo ha spiegato che non c'è nessun profilo penale per il padre di Maria Elena Boschi. La vicenda di Boschi e di Banca Etruria è un gigantesco alibi per non affrontare il vero problema, che i risparmiatori che sono stati fregati dalle banche, dai manager e dalle grandi tecnocrazie che dovevano vigilare". Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi intervistato da Massimo Giannini a Circo Massimo su Radio Capital.

La Boschi dovrà essere ascoltata in commissione d'inchiesta? "Non lo decido certo io - ha risposto Renzi - ma credo fortemente che a maggior ragione dopo ieri il luogo nel quale il ministro Boschi potrà avere giustizia saranno le querele che credo partiranno".  

Renzi ha ribadito che con le audizioni della commissione di inchiesta sulle banche, in particolare dopo quella del procuratore di Arezzo, "è stato dimostrato che non eravamo noi i pasticcioni, è stato dimostrato che alcuni di questi grandi dirigenti non avevano fatto ciò che dovevano. Il tempo è galantuomo su questo e sul altre cose".  

"La vicenda della commissione di inchiesta sulle banche dimostra che la discussione di questi due anni sul pasticcio fatto dal governo sulle banche era discutibile - ha rilanciato Renzi -, adesso non ho nessuna polemica da fare, basta che la realtà sia lasciata agli atti e la commissione metta nero su bianco le cose che sono accadute". "Dopo due anni e mezzo di fango contro il Pd, la commissione di inchiesta ha dimostrato che il Pd può guardare in faccia le persone, vale per le banche e anche per altro", ha concluso Renzi. "Chi e' intellettualmente onesto deve riconoscere che la battaglia fatta dal Pd era giusta. Noi avevamo ragione. E' evidente che qualcosa non ha funzionato ma ma non facciamo il passo in più di aprire polemiche su Banca d'Italia". 

Il caso Banca Etruria ha visto ieri  il Pd e il M5s scontrarsi sulle presunte connivenze del governo tramite il sottosegretario Maria Elena Boschi. E dal Nazareno è  arrivato un nuovo attacco frontale alla Banca d'Italia sulla quale emerge "l'inenarrabile", come confida Renzi ai suoi. Via Nazionale  accusata di non aver vigilato e poi tentato, senza successo, un'operazione di aggregazione di Etruria con la Popolare di Vicenza nel 2014, anch'essa in difficoltà. Una mancata fusione che portò poi al commissariamento dell'istituto aretino a inizio 2015 mentre Vicenza si rivolgeva, invano, a Veneto Banca. Ricostruzione respinta dalla Banca d'Italia che dice di non aver mai "sostenuto le nozze" con Vicenza.   

La scintilla che ha riattivato l'incendio sul tema bancario arriva dall'audizione del procuratore di Arezzo Roberto Rossi alla Commissione d'inchiesta sulle banche, al termine del quale il presidente del Pd Matteo Orfini  lapidario: "emerge la vera responsabilità che  di Banca d'Italia" e si "sgretola il castello di sciocchezze", mentre Carla Ruocco (M5s) parla di "conflitti di interessi e omessa vigilanza". Ma i Cinque stelle avvertono: "il Pd non si sogni di scaricare tutte le responsabilità su via Nazionale. Sono surreali le esultanze dei renziani in queste ore".    Le cinque ore di audizione vanno al di là dell'inchiesta per bancarotta di competenza di Arezzo e si caratterizzano per continue secretazioni dei lavori disposte dal presidente Casini, specie quando si affrontano i documenti che riguardano la Banca d'Italia e le comunicazioni con Etruria. E poi ci sono diversi vivaci scambi fra Pd e M5s che insiste nel ruolo dell'ex vicepresidente Pier Luigi Boschi (padre del sottosegretario Maria Elena)) e dei suoi presunti contatti e aderenze con il governo dell'epoca di Matteo Renzi.     

Ma fra le forze politiche l'impressione quasi unanime  è che Banca d'Italia abbia avuto un ruolo di regia finito male. Il capogruppo di Fi Renato Brunetta, più benevolo di molti suoi colleghi, parla di 'paternalismo' di Banca d'Italia attenta più alla stabilità che alla trasparenza.    Si vedrà così la replica di Banca d'Italia. Oltre ad ascoltare nuovamente il responsabile della vigilanza il 12 dicembre, centrale sarà l'audizione del governatore Ignazio Visco (e anche quella del ministro dell'economia Padoan) visto che la materia andava al di là della vigilanza e investiva il direttorio e lo stesso numero uno di Palazzo Koch. E sullo sfondo rimane poi l'audizione del sottosegretario Boschi e un sui eventuale confronto con l'ad di Unicredit Ghizzoni.