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ITALIA

Aveva 55 anni

Mafia. È morto a Parma Stefano Ganci, super killer di cosa nostra

Era detenuto per gli omicidi Chinnici, Cassarà, Borsellino

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Strage di Via D'Amelio (LaPresse)
È morto all'ospedale di Parma Stefano Ganci, 55 anni, uno dei fedelissimi di Totò Riina, che stava scontando l'ergastolo nel carcere della città emiliana, ma non in regime di 41 bis. Il decesso è avvenuto negli ultimi giorni del 2017 dopo una degenza di alcuni giorni a causa di una crisi cardiaca sopraggiunta come complicanza di una grave patologia di cui l'uomo soffriva da tempo.

Ganci era un superkiller di Cosa Nostra e stava scontando l'ergastolo per avere partecipato a diversi omicidi fra cui quello del consigliere istruttore Rocco Chinnici nel 1983, e del vicequestore Ninni Cassarà, nel 1985. Era stato anche condannato, a 26 anni, per aver fatto parte del commando autore della strage di via D'Amelio del 1992 dove morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

Secondo indiscrezioni la Procura di Parma avrebbe disposto, come da prassi, l'autopsia. La salma lascerà la città emiliana per la Sicilia nei prossimi giorni. Il questore di Palermo, Renato Cortese, ha vietato i funerali pubblici.

Il padre, Raffaele Ganci, è stato il capo dello storico mandamento palermitano della Noce. Il fratello Calogero, negli anni passati ha deciso di collaborare con la giustizia.