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POLITICA

Appuntamento al Nazareno

Pd. Boschi: direzione importante, vogliamo vincere elezioni. Pisapia insiste:fare di tutto per unire

Preoccupato per il futuro del centrosinistra, in vista anche delle elezioni, Walter Veltroni:  Ho cercato in ogni modo di creare un partito di massa che non nascesse da una scissione, come sempre accade a sinistra, ma da un incontro. Devo constatare invece che per la sinistra è fisiologico dividersi e farsi del male".  Rosato: "stiamo lavorando per una alleanza che ci metta insieme"

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"Una direzione importante che svolgeremo con grande rispetto per tutti". A parlare Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L'appuntamento di oggi pomeriggio al Nazareno dei vertici Dem infatti sarà fondamentale per ridisegnare gli equilibri del partito anche alla luce della dura sconfitta registrata alle elezioni siciliane - dove si è nettamente affermato il centrodestra - e a quelle di Ostia, il X Municipio di Roma, dove al ballottaggio se la vedranno i 'grilini' con Fratelli d'Italia, la formazione guidata da Giorgia Meloni. Sconfitte che bruciano e che hanno messo seriamente in discussione la leadership di Matteo Renzi che resta blindata soltanto per i suoi fedelissimi. Da giorni - proprio dalla disfatta alle urne - sono diversi gli esponenti esponenti del Partito Democratico che gli chiedono di fare un passo indietro, a partire dal Governatore della Puglia, Michele Emiliano al Capogruppo al Senato Luigi Zanda. La Boschi spiega che la Direzione è fondamentale per gettare le basi sulle prossime mosse da fare: "abbiamo a cuore il futuro dell'Italia - sottolinea - ma vogliamo vincere alle prossime elezioni per continuare a governare". 

Oggi pomeriggio - dunque - si cercherà di evitare ulteriori fuoriuscite e di trovare convergenze che con le 'anime' più critiche della forza di maggioranza. Il sottosegretario alla giustizia, Gennaro Migliore - dalle pagine de 'La Repubblica' - lancia un invito a Giuliano Pisapia e a Mdp: "Penso che si debba parlare di un metodo, cioè di individuare punti di convergenza sul futuro senza farsi dominare dai sensi di divisione che rigiardano una vicenda tragica come quella della scissione, ma che oramai appartiene al passato". E Incalza, facendo riferimento anche al voto siciliano: "Bisogna prendere atto che di fronte a noi c'è uno scenario pericoloso per la sinistra". 

Un invito quello di Migliore che Mdp ignora: "con questo Pd al momento non si possono fare accordi" dice Roberto Speranza. E spiega i motivi: "il Pd è il partito del Jobs Act, è il partito della buona scuola, è il partito delle trivelle ed è evidente che in questo momento abbiamo un'agenda politica diversa, altrimenti io non sarei uscito dal Pd e non avrei dato vita a un altro movimento politico". Malumori anche da parte dal Presidente del Senato Pietro Grasso, soprattutto dopo gli attacchi che gli sono stati rivolti ( in particolare da Faraone) per la sconfitta elettorale in Sicilia, dove ha rinunciato a candidarsi. Grasso si è limitato a commentare: "Il Pd non c'è più".

Ma il Pd è intenzionato a superare le divisioni all'interno della coalizione di centrosinistra, anche dopo l'apertura manifestata dallo stesso Matteo Renzi. Ettore Rosato, capogruppo alla Camera sottolinea: "stiamo lavorando per una alleanza che ci metta insieme. Serve una coalizione ampia come auspica Pisapia dopo di che ci vuole una fatica comune per ricostruirla". E proprio l'ex sindaco di Milano è disposto ad arrivare ad una intesa ma ad una condizione: "la nuova alleanza deve segnare la discontinuità con le politiche del passato" dei Democratici. 

Un forte appello all'Unità arriva anche da Walter Veltroni - dalle pagine di Libero - "Ho cercato in ogni modo di creare un partito di massa che non nascesse da una scissione, come sempre accade a sinistra, ma da un incontro. Devo constatare invece che per la sinistra è fisiologico dividersi e farsi del male". Poi Veltroni sottolinea - facendo riferimento all'incantesimo che si è rotto tra italiani e il segretario del Pd - "Il referendum è stata un'occasione persa da tutto il Paese, non solo da Renzi. Non può considerarsi chiusa la partita delle riforme istituzionali. Per il bene dell'Italia il capitolo va riaperto".