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ITALIA

Dopo gli arresti che hanno decapitato i vertici del clan locale

Castellammare di Stabia, la sfida della camorra: "Così devono morire i pentiti, abbruciati"

Uno striscione accanto a un falò, un manichino cui è stato dato fuoco e gli applausi: è accaduto la scorsa notte a Castellammare di Stabia. "Immagine terribile" commenta il sindaco. L'assessore alla Legalità, Gianpaolo Scafarto, chiede  alla Prefettura di convocare un Comitato per l'Ordine e la sicurezza pubblica

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Episodio inquietante nel napoletano. La scorsa notte a Castellammare di Stabia (considerato roccaforte del clan D'Alessandro, decapitato di recente con l'arresto dei reggenti) è apparsa la scritta: "Così devono morire i pentiti, abbruciati" su uno striscione accanto a un falò, dove è stato bruciato anche un manichino.  A mezzanotte è stato dato fuoco alla catasta di legna, al fantoccio e allo striscione. Il macabro "spettacolo" è stato applaudito da una piccola folla di persone. 

Sindaco Cimmino: "Immagine terribile"
L'episodio ha provocato diverse reazioni. E' indignato il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, per il violento messaggio che la camorra ha inviato ai "pentiti" minacciati di morte su uno striscione bruciato insieme a un manichino in cima a un grande falò. "Rispettare le tradizioni non significa inneggiare alla violenza e alla criminalità organizzata. Tutto ciò è intollerabile - scrive in una nota - Pochi imbecilli non possono certo rovinare l'immagine di una festa di tutta la città. Quella del manichino non è Castellammare, quella dei falò illegali non è Stabia''. ''L'immagine del manichino sulla catasta è terribile ed il suo significato mette i brividi. Rabbrividisco e inorridisco non solo davanti agli autori di quel gesto frutto di una mentalità retrograda, vile, ignorante, da annientare con ogni mezzo a nostra disposizione, ma soprattutto davanti a quei cittadini che sono rimasti immobili Sono certo che quanto prima gli artefici di quella idiozia verranno identificati. È ora di dire basta'', avverte. 




Scafarto: 'Chiesto alla Prefettura di convocare Comitato per l'ordine e la sicurezza' 
"L'evento increscioso che si è verificato durante la notte dell'Immacolata non può restare impunito. E dinanzi a questa schifosa circostanza è necessario confrontarsi anche con le opposizioni per portare la lotta direttamente al cuore del nemico, che è la camorra''. Gianpaolo Scafarto - maggiore dei carabinieri che ha indagato sul caso Consip, finito sotto inchiesta a Roma per falso e rivelazione del segreto d'ufficio e depistaggio ed oggi assessore alla Legalità e alla Sicurezza del Comune di Castellammare di Stabia (Napoli) - commenta così le minacce di morte rivolte ai pentiti.

''Abbiamo chiesto alla Prefettura di convocare un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, perché siamo consapevoli che questa giornata di festa rappresentava anche per molti un'occasione per sfidare le istituzioni. Purtroppo il nostro appello è stato ignorato. I responsabili vanno individuati e consegnati alla giustizia. Da lunedì sarò presente tutti i giorni al Circolo della Legalità per sostenere e supportare i
cittadini che intendono denunciare atti illeciti e confrontarsi con me'', aggiunge.

La foto fa il giro dei social
La foto dello striscione sulla catasta di legna si è diffusa rapidamente sui social network e in molti hanno commentato, tra questi il consigliere comunale di Leu Tonino Scala che parla di "gesto da condannare senza se e senza, così come sono da condannare i mancati controlli da parte di chi aveva il dovere di controllare".