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MONDO

Castellaneta: ora viene il difficile, stabilizzare il Paese

Siria. Alleati strappano a Isis controllo campo petrolifero di Al-Omar

I jihadisti dello stato islamico, nel Paese controllano ancora alcune zone nella Badiya, regione desertica che si trova a cavallo tra le province di Homs e Deir Ezzor (est), teatro di diverse offensive del regime. I jihadisti sono ancora presenti nel campo profughi palestinese di Yarmouk, nel sud di Damasco

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Prosegue l'offensiva contro l'Isis. Le forze democratiche siriane a guida curda, alleate degli Usa, hanno liberato il principale campo petrolifero da loro controllato, nella provincia di Deir al-Zor in Siria, sulla riva orientale del fiume Eufrate. Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, le forze dell'Fsd hanno preso il controllo totale del campo petrolifero situato nella provincia orientale di Deir al Zur . I jihadisti hanno lanciato ieri una controffensiva contro l'esercito siriano a Zeiban e Jasham, così come a Al Mayadin, situata a 46 chilometri a sud della città di Deir al Zur obbligando alla ritirata le truppe governative. Approfittando della situazione, le forze Fsd hanno lanciato un attacco e occupato il campo di greggio.

Liberata al-Qaryatayn, simbolo della coesistenza tra musulmani e cristiani 
Le forze del regime siriano nella giornata di ieri avevano cacciato i jihadisti dello Stato islamico (Isis) da una città della provincia di Homs, al-Qaryatayn, simbolo della coesistenza tra musulmani e cristiani nel Paese in guerra dal 2011. L'Isis aveva conquistato al-Qaryatayn, nel deserto siriano, all'inizio di ottobre. "Unità dell'esercito siriano in collaborazione con le forze alleate hanno ripristinato la sicurezza e la stabilità nella città di al-Qaryatayn dopo aver eliminato i terroristi del Daesh (acronimo arabo di Isis)", ha riferito l'agenzia di stampa siriana Sana. La vittoria delle forze del regime è arrivata "dopo il ritiro nella notte di oltre 200 membri dell'Isis verso la Badiya", il grande deserto del centro del paese, ha precisato alla France presse il direttore dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman.

In Siria, l'Isis controlla ancora alcune zone nella Badiya, regione desertica che si trova a cavallo tra le province di Homs e Deir Ezzor (est), teatro di diverse offensive del regime. I jihadisti sono ancora presenti nel campo profughi palestinese di Yarmouk, nel sud di Damasco.

L'Isis aveva conquistato nel 2015 Al-Qaryatayn, dove aveva saccheggiato le chiese, prima di perdere il controllo della città nel 2016 e di tornarvi all'inizio di questo mese. Prima del conflitto, la città contava 30.000 abitanti, di cui 900 cristiani.

Raqqa liberata: battaglia contro Stato islamico ha lasciato sul campo oltre 3.000 persone
Cinque giorni fa, le Syrian democratic forces avevano annunciato la liberazione di Raqqa. Un portavoce dei guerriglieri curdi aveva precisato che la città, ex capitale dello Stato islamico in Siria, era stata "completamente ripulita". Raqqa è stata dunque riconquistata ma la battaglia contro lo Stato Islamico ha lasciato sul campo oltre 3 mila persone. In quasi un anno di campagna militare curda e americana per la liberare la città siriana a nord dell'Eufrate in tutto sono morte 3.250 persone, di cui 1.130 civili. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). Altre fonti non indipendenti riferiscono dell'uccisione di circa 3.500 persone tra le file del sedicente Stato islamico e circa 400 morti tra le forze curde e della coalizione anti-Isis. 

Trump:siamo a un passo per sconfiggere lo stato islamico e la sua ideologia malvagia
Soddisfazione per la liberazione di Raqqa è stata espressa dal Presidente statunitense Donald Trump che in una nota ha sottolineato come "con la liberazione della capitale dell'Is e della gran parte del suo territorio, la fine del califfato dello Stato islamico è in vista". Ed ha proseguito: "sono felice di annunciare che le Forze democratiche siriane, nostri partner nella lotta contro l'Is in Siria, hanno riconquistato Raqqa, autoproclamata capitale del gruppo terroristico". "Insieme, le nostre forze hanno liberato l'intera città dal controllo dello Stato islamico", ha continuato Trump, sottolineando come "la sconfitta dell'Is a Raqqa rappresenti un passo avanti cruciale nella nostra campagna mondiale per sconfiggere lo Stato islamico e la sua ideologia malvagia". 

Secondo il presidente, adesso si passerà presto "ad una nuova fase in cui sosterremo le forze di sicurezza locali, ci sarà una de-escalation della violenza in Siria e saranno favorite le condizioni per una pace duratura, in modo che i terroristi non possano tornare a minacciare di nuovo la nostra sicurezza collettiva". Insieme, "con i nostri partner ed alleati - ha assicurato Trump - sosterremo i negoziati diplomatici per mettere fine alla violenza, permettere ai rifugiati di tornare a casa e dare la precedenza ad una transizione politica che onori la volontà del popolo siriano". "Oggi - ha concluso - riaffermiamo che i leader dell'Is e chiunque li sostenga devono, e lo faranno, affrontare la giustizia".

Mosca condanna bombardamenti su Raqqa: migliaia di vittime civili
Critici invece nei confronti dell'azione condotta dagli alleati per la liberazione di Raqqa, i russi che hanno denunciato con forza i "barbari bombardamenti" delle forze della coalizione su Raqqa, la capitale dello Stato islamico liberata nei giorni scorsi. Secondo i russi, le bombe hanno fatto migliaia di vittime tra i civili, riportando alla memoria il drammatico bombardamento su Dresda fra il 13 e il 15 febbraio 1945 che fece, secondo le ultime stime, fra i 22.700 e i 25.000 morti.Il ministero della Difesa russo sostiene che la città siriana "ha subito la sorte di Dresda, rasa al suolo dai bombardamenti di americani e britannici".

Castellaneta: ora viene il difficile, stabilizzare la Siria
"Ora il problema sarà quello della stabilizzazione della Siria" sottolinea Gianni Castellaneta, diplomatico, in una analisi per "Il Foglio". E spiega: "Si tratta ormai, nei fatti, di uno Stato fallito, in quanto Assad non ha ancora recuperato il controllo di tutte le regioni che erano finite in mano all’Isis né alle varie formazioni ribelli. Dall’ultima roccaforte di Raqqa c’è il rischio che il fenomeno del terrorismo si frammenti, si atomizzi in tante schegge impazzite che hanno come loro unico comune denominatore l’odio verso i valori laici della società occidentale". Per Castellaneta è necessario convocare "una conferenza di pace internazionale sulla Siria, a cui prendano parte tutti gli stati mediorientali e che sia finalizzata alla stabilizzazione politica a Damasco (che non può prescindere dal rispetto dei diritti umani), alla normalizzazione dei confini iracheni e alla ricerca di una soluzione condivisa che riconosca autonomia ai curdi, nel quadro di una gestione condivisa delle risorse petrolifere presenti nella regione".