Balotelli, appello per cambiare la legge sulla cittadinanza. Salvini: "Divertiti dietro al pallone"
"Sono nato in Italia, ho vissuto in Italia, ho studiato in Italia e il fatto di non esser considerato italiano fino a 18 anni ha rappresentato la parte peggiore della mia vita. E in questo senso la legge italiana dovrebbe fare qualcosa''. La risposta del neo-ministro dell'Interno arriva tramite Facebook e i suoi follower si scatenano.
L'appello di Balotelli
"Brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni, da giovane è stato difficile non essere riconosciuto come italiano". Così Mario Balotelli sulla cittadinanza italiana per i figli di stranieri nati sul territorio italiano: "Sono nato e cresciuto in Italia e non sono mai stato in Africa purtroppo," spiega Balotelli in occasione della presentazione del libro Demoni del giornalista Alessandro Alciato, "Non sono un politico, ma penso che la legge debba essere cambiata. Mi sento di lanciare un appello per questo".
Sono queste le parole di Mario Balotelli, durante la presentazione a Torino del libro "Demoni" di Alessandro Alciato. Il 27enne bresciano ha parlato poi degli episodi di razzismo che ha vissuto sulla sua pelle: "Nella mia vita ci sono stati tanti episodi di razzismo, alcuni dovuti all'ignoranza e alla paura del diverso. Da bambino la vivevo male ed era molto difficile anche perché c'erano cose che non capivo e che adesso so. Pian piano si può cambiare anche se non è facile".
Sono alcuni degli episodi raccontati nelle pagine di Alessandro Alciato. "A scuola capitava che sparisse qualche merendina dai banchi. Pensavano subito fossi stato io, senza indagare. Ma c'è un episodio che non dimenticherò mai: le lacrime non smettevano più di scendere. Avevo fatto tutti i compiti a casa. Sapevo che la mamma mi avrebbe poi permesso di uscire per andare a giocare a calcio: 'Ciao ragazzi, giochiamo?', 'No, Mario: tu no', 'Ma ho fatto i compiti...', 'No, Mario: sei nero...'"
"Durante Juventus-Inter me ne hanno dette di tutti i colori," continua Supermario pescando tra i ricordi,"'Scimmia', 'negro', 'torna in Africa'. Poi quel giorno fuori da un bar in zona Ponte Milvio a Roma, a un tavolino c'era l'Under 21 quasi al completo, "Stavamo chiacchierando, da lontano spunta una moto e uno dei due urla forte: 'Negro!', 'Negro schifoso!', 'Negro di merda!'. Si avvicinano, rallentano e mi lanciano un casco di banane. Come se fossi una scimmia. Hanno anche sbagliato mira, colpendo la cameriera del bar al posto mio". E infine, un giorno a Coverciano durante gli allenamenti della Nazionale quando dalla strada gli urlano "Non esistono negri italiani!".
La risposta di Salvini
Non si è fatta attendere la replica del neo-ministro dell'Interno affidata ad un post su Facebook: "Caro Mario, lo 'ius soli' non è la priorità mia, nè degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone".
Un post che alle 15 del 5 giugno era già stato condiviso oltre 750 volte ricevendo quasi 10mila reazioni per lo più di approvazione con commenti indignati contro il calciatore della Nazionale, frequentemente invitato a tornarsene nel suo presunto Paese di origine come per esempio nel caso di Alessandro che argomenta: "A Balotelli se non gli piace l'Italia e gli italiani può sempre andare nel suo paese d'origine e, con tutti i soldi che ha, fare qualcosa di buono per l'Africa..ma non lo farà mai perché tutti gli africani che non vivono lì dicono Africa qui.. Africa là..." oppure Anto che ribadisce: "Balotelli potrà essere cresciuto in Italia ma non è italiano. Il suo cognome dovrebbe essere Barwuah non Balotelli. I suoi genitori naturali sono Ghanesi. Potrà essere nato in Italia ma non è Italiano. Non ha i lineamenti di un Italiano ed è nero." E Orso conclude: "Balotelli pensa a giocare a pallone e ringrazia dio di essere italiano di fatto ......gli immigrati di cui parli tu non sono regolari ed inoltre non fuggono da nessuna guerra ......quindi lascia fare a salvini la politica che sicuramente ne capisce più di te .......quindi Ruspaaaaaaa per tutti"
Mario Balotelli è nato in Italia, a Palermo il 12 agosto 1990 ed è poi cresciuto in un paese nella provincia di Brescia.