Tribunale di Bari inagibile, udienze nelle tende. Ministro Giustizia Bonafede: "Situazione grave"
Una settimana fa una relazione tecnica commissionata dall'Inail, ente proprietario dell'immobile di via Nazariantz - sede della Procura e del Tribunale penale - ha riscontrato gravi criticità strutturali dell'immobile. Il Comune ha sospeso subito l'agibilità. In attesa di trovare una sede adeguata, sono state montate delle tensostrutture destinate alle udienze di rinvio
Alfonso Bonafede è stato accolto dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, e dai vertici degli uffici giudiziari e dell'avvocatura barese. I cancellieri di Procura e Tribunale penale hanno accompagnato il suo ingresso urlando "qui crolla".
"Situazione grave e urgente"
"La situazione è chiaramente grave e urgente. Quello che voglio dire a tutti voi - ha detto il Guardasigilli - è che lo Stato qui porta la vicinanza a tutti gli operatori del diritto, ai giudici, agli avvocati, ai cancellieri, a tutto il personale del tribunale, a tutti coloro che ogni mattina si alzano per far funzionare la giustizia e ai cittadini che giustamente hanno diritto ad un servizio giustizia di un certo livello". "Quindi - ha concluso il ministro - adesso faremo il sopralluogo e a fine giornata parleremo di tutto".
Sull'emergenza del Palagiustizia di Bari era intervenuto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini: "Per risolvere la situazione a Bari, dove i magistrati e il personale degli uffici giudiziari sono costretti a lavorare sotto alle tende a causa del pericolo che rappresenta la struttura dell'edificio di via Nazariantz, occorre uno strumento di urgenza".
Successivamente è stata approvata all'approvazione da parte dell'organo di autogoverno della magistratura di una delibera in cui si chiede al nuovo ministro della Giustizia, Bonafede, di prendere una iniziativa. "Con questa delibera - ha spiegato Legnini ai cronisti - raccogliamo la preoccupazione e gli allarmi lanciati in questi giorni, facendoli nostri e sottolineando la necessità di un provvedimento urgente". Legnini ha inoltre precisato di aver parlato telefonicamente di questa vicenda con Bonafede "spiegandogli quale fosse il senso della delibera, approvata con spirito propositivo". Legnini ha anche evidenziato che, ovviamente, spetta al ministro decidere la natura del provvedimento da adottare.