'Sorella Rim' potrebbe essere in Francia. Paura per la Foreign fighter con la vocazione da kamikaze
Due settimane fa, è arrivata la condanna della giovane a 4 anni per terrorismo inflitta dal Tribunale di Venezia. Il gip ha indicato 'come possibile' l'azione estrema (ossia un attentato kamikaze) dell'indagata in Italia e in particolare a Roma
Scomparsa da Arzegrande (Padova) nell'estate del 2015 per arruolarsi tra le fila dell'Isis, 'Sorella Rim' al secolo Meriem Rehaily, allora poco più che ventenne, aveva rinunciato a una vita normale fatta di affetti familiari e impegni scolastici per entrare a far parte dell'esercito del sedicente Stato Islamico. La studentessa di origini marocchine era stata data per morta più volte. Ultima, la testimonianza di una delle tante 'mogli dell'Is' che aveva sostenuto che la giovane sarebbe stata lapidata per adulterio a Raqqa, dopo essere stata scoperta a uscire di notte per incontrare un ragazzo.
Ma a riaccendere un faro sulla possibile 'seconda vita' di 'Sorella Rim' è il giornale in lingua araba Al Ahdath Al Maghribia che cita fonti dell'intelligence europea indicando la Francia come il luogo in cui la ragazza, che oggi avrebbe 22 anni, potrebbe aver trovato rifugio, dopo essere scampata ai bombardamenti di Raqqa e alle milizie curde.
Una svolta - tutta da accertare sul piano investigativo - che arriva a due settimane di distanza dalla sua condanna a 4 anni per terrorismo inflitta dal Tribunale di Venezia. Sorella Rim, come aveva scelto di chiamarsi sposando la causa del Califfato, potrebbe essere tornata a muoversi con una nuova identità e la stessa volontà di uccidere. Nel mandato d'arresto internazionale i giudici veneziani mettevano in guardia dalla sua "disponibilità al martirio". "Allo stato - scriveva la gip Roberta Marchiori - non può escludersi la possibilità che l'indagata possa essere disponibile a mettere a segno azioni kamikaze anche in Italia e in particolare a Roma".
Una tesi che non convince il legale d'ufficio che ha seguito il suo caso in tribunale, Alberto Niero: "Se è vero che si trova in Francia c'è da chiedersi come abbia fatto a lasciare la Siria, a viaggiare per migliaia di chilometri - obietta il legale - e ottenere documenti falsi". Se così fosse, aggiunge insistendo sul carattere facilmente suggestionabile della studentessa, sarebbe "una marionetta nelle mani di un'organizzazione molto più ampia e con ramificazioni in Europa".
Nel caso fosse viva, Meriem potrebbe godere ancora dei contatti jihadisti e dei supporti finanziari che le permisero due anni fa di fuggire dall'Italia, transitando per la Turchia. Gli stessi ai quali la ragazza, durante l'affiliazione su internet - durata oltre un anno -, trasmise una sorta di approssimativa killing-list con dati anagrafici, numeri di telefono e indirizzi di una decina di possibili obiettivi terroristici. I Carabinieri del Ros valutano con molta cautela le nuove indiscrezioni, sottolineando che nulla di quanto riportato dal giornale arabo ha trovato riscontro, non essendo al momento verificabile.