Storie di fede e sangue: le misteriose morti dei missionari cristiani tra Corea del Nord e Cina
Nel nordest della Cina i missionari cristiano vivono pericolosamente. Almeno 10 morti sospette negli ultimi anni. I sospetti ricadono sul governo nordcoreano che considera la religione cristiana alla stregua dell'imperialismo occidentale guidato dagli Stati Uniti, ma anche le autorità cinesi guardano con sospetto al proselitismo religioso, in centinaia sono stati imprigionati o espulsi.
I nordcoreani radunati intorno al crocifisso nell'appartamento di un villaggio di questa regione cinese al confine nordorientale la chiamano "mamma": li sfama, dà loro un giaciglio per dormire e a volte anche soldi. In cambio quasta donna di 69 anni mezza coreana e mezza cinese chiede loro di studiare la Bibbia e pregare. Ad alcuni, i più fidati, chiede di diventare a loro volta missionari e di tornare in Crea, armati del Vangelo e di fare proseliti.
Sono decine i missionari cristiani impegnati in un lavoro che mette loro stessi e i convertiti coreani che li seguono in pericolo di vita. Un pericolo reale se sono vere le terstimnianze raccolte dai reporter di Associated Press secondo cui sono almeno 10 negli ultimi anni i missionari e i sacerdoti cristiani morti in circostanze misteriose su questa frontiera. Secondo il reverendo Kim Kyou Ho, capo di un griuppo cristiano che opera a Seul e gestisce un memoriale per questie vittime il governo della Corea del Nord è coinvolto in queste morti sospette.
D'altra parte sono centinaia i missionari imprigionati o espulsi dalle autorità cinesi, che non tollerano il proselitismo degli stranieri sul proprio territorio. Insomma questi missionari sono stretti tra due fuochi. La tragica storia di Li Baiguang, un avvocato cinese impegnato nella difesa dei diritti umani e in particolare dei cristiani è significativa.
Li aveva subito numerose minacce prima di uscire morto, il 26 febbraio scorso da un ospedale militare cinese in cui era entrato, a detta dei parenti per un banale dolore allo stomaco. Il caso di Li ha suscitato un certo clamore internazionale. Amnesty International e altre organizzazioni che si battono per i diritti civili hanno chiesto un'indagine indipendente su questa morte sospetta.
Anche la "mamma" missionaria di frontiera dice di essere controllata sia dai nordcoreani sia dai cinesi, eppure, nonostante questo clima di sospetto da venti anni diffonde il Vangelo in particolare tra le donne della Corea del Nord che passano legalmente il confine per andare a visitare i congiunti che vivono e lavorano in Cina.
Tra i missionari uccisi in circostanze misteriose c'è quella del reverendo Han Chung-ryeol, un sacerdote cristiano di origini coreane che mandava aavnti una chiesa di frontiera a Changbai, una città sul confine con la Corea. Nell'aprile del 2016 fu trovato morto, pugnalato più volte e con il cranio fracassato. Anche in questo caso i sospetti portavano verso Pyeongyang.
La polizia cinese ha recentemente comunicato alla famiglia di aver visionato un filmato registrato da una telecamera di sorveglianza che mostra tre uomini e una donna sospettati di essere agenti nordcoreani attraversare il confine poco prima e poco dopo l'assassinio del sacerdote 49enne. A raccontarlo al reporte dell'Associated Press è la sorella di Han, Songshi.
Le autorità cinesi le hanno detto che quelle del Nord non rispondono alla richiesta di estradizione dei sospetti. Il governo nordcoreano ha invece inoltrato una lettera all'ufficio per gli affari religiosi di Changbai in cui si dice che, per l'omicidio, hanno arrestato Zhang Wenshi, uno dei diaconi della chiesa di Han, condannandolo a 15 anni di lavori forzati.