In Iran è Capodanno, comincia l'anno 1398
Nowruz amaro tra povertà e inflazione, sanzioni Usa e problemi interni
Le lanterne prendono il volo e la gente affolla le strade di Teheran per comprare pesci rossi e fiori come vuole la tradizione. In Iran è quasi Capodanno. Esattamente alle 01:28 e 27 secondi, che corrispondono alle 22:50 e 27 secondi del 20 marzo ora italiana, il calendario persiano segnerà l'anno 1398. Anche se moltissime famiglie non saranno in grado di festeggiare l'antica festa di "Nowruz". Il clima politico e finanziario non promette niente di buono e saranno in molti a risparmiare.
I prezzi sono addirittura triplicati per alcuni prodotti tradizionali come i pistacchi, per cui il Paese è famoso in tutto il mondo, e le noci, di cui è uno dei maggiori esportatori. Così pistacchi e noci, diventati beni di lusso, mancheranno dalla maggior parte delle tavolate. Come sempre il Bazar di Teheran, termometro dell'economia iraniana, è stato affollato nei giorni che hanno preceduto l'inizio del nuovo anno, ma gli acquisti sono in netto calo.
"La gente viene, chiede i prezzi e se ne va", dicono i negozianti. "I clienti sono meno di un terzo dell'anno scorso a causa della tremenda impennata dei prezzi", lamenta Mehdi, 34 anni, venditore di frutta secca. Con le aziende in crisi, la disoccupazione in crescita e milioni di persone sotto la soglia di povertà, sarà un Capodanno cupo. Non tutti sono convinti però che la colpa sia da attribuire solo alle nuove sanzioni americane reintrodotte l'anno scorso. In tanti puntano il dito contro le disfunzioni e la corruzione del sistema interno. Così Mehdi se la prende con quella che giudica un'incapacità delle autorità di rispondere alla situazione con un piano economico adeguato e di punire coloro nei posti di potere "che saccheggiano le ricchezze del Paese".
Sui social media è stata lanciata una campagna per boicottare l'acquisto di pistacchi e altra frutta secca, tra i prodotti tradizionalmente consumati durante le festività. "Ma a cosa serve? - dice Pouran, una cliente di 50 anni - Possiamo forse boicottare ogni prodotto? Bisognerebbe affrontare la crisi alle sue radici. Tanta gente sta pagando il prezzo delle politiche del nostro sistema, incapace di risolvere i suoi problemi internazionali per evitare le tensioni che ci hanno portato le sanzioni".
Inflazione e povertà
Nell'ultimo anno e mezzo la moneta nazionale, il rial, ha perso due terzi del suo valore contro il dollaro e l'euro. I dati ufficiali parlano di un'inflazione interna di poco superiore al 20%, ma diversi economisti stimano un tasso oltre il 40% e, per alcuni prodotti, addirittura del 170%. Gli stessi economisti ritengono che il 40% della popolazione, pari a 30 milioni di individui, sia sotto la soglia della povertà, e contestano le stime del Parlamento secondo il quale tale linea sarebbe da tracciare a un livello di reddito di 27 milioni di rial al mese (208 dollari).
Anche Meisam, un lavoratore di un'impresa di costruzioni, si è recato in questi giorni al Bazar per gli acquisti di Capodanno. Ma per lui la festa è triste. Racconta all'Ansa: "Ho uno stipendio di 18 milioni di rial e con questo posso comprare una camicia e un paio di scarpe per mio figlio, di sette anni. Per mia moglie, niente".