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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Nel solco di Teodora", un convegno sul potere femminile dall’antico al contemporaneo

Il convegno “Nel solco di Teodora. Pratiche, modelli e rappresentazioni del potere femminile dall’antico al contemporaneo” è dedicato al potere femminile, alle sue pratiche, rappresentazioni e modelli

Si apre giovedì 12 alle 14.30 nella sala Muratori della biblioteca Classense, con i saluti dell’assessora Ouidad Bakali, del presidente della Fondazione Flaminia Antonio Penso e del direttore del Dipartimento di Beni Culturali Luigi Tomassini la prima giornata del convegno “Nel solco di Teodora. Pratiche, modelli e rappresentazioni del potere femminile dall’antico al contemporaneo”, dedicato al potere femminile, alle sue pratiche, rappresentazioni e modelli in programma fino a sabato 14. Ad introdurre sarà la storica Cesarina Casanova, nota al pubblico degli studiosi per le sue ricerche sulla storia della famiglia, sui ruoli delle donne in ancien régime nel quadro dell’istituzione matrimoniale: “Dal concorso di tanti studiosi a questo convegno mi aspetto un  bilancio e una nuova formulazione del tema della sovranità femminile in grado di ridefinirlo - nel tempo lungo, nelle sue specificità di genere, nelle circostanze che l’hanno resa possibile e in quelle che l’hanno condannata all’oblio e all’irrisione". Questo è l’auspicio che Casanova consegna ai convenuti soprattutto in vista di una pubblicazione e dei suoi risultati. A fare da moderatrice Irma Taddia, africanista ordinaria presso il dipartimento di Storia Culture Civiltà di Bologna. È lei ad introdurre il professore Tekeste Negash emerito dell’università di Uppsala che sul tema della sua relazione aveva già pubblicato nel 2016 il volume "Woven into the tapestry. How five women shaped Ethiopian History". Figure sconosciute a chi è abituato a pensare la storia centrata sul vecchio occidente ma fondamentali per l’Etiopia, nello sviluppo del cristianesimo, della costruzione della nazione e nella deriva dei fascismi di epoca contemporanea. Le giovani studiose Casali e Morpurgo presenteranno due relazioni, la prima sugli aspetti socio-economici dell’evergetismo femminile nell’Oriente tardoantico e la seconda sulle donne e il potere in Etruria tra fonte letteraria e documentazione archeologica.

È possibile parlare di un nuovo modello femminile per e nella tarda antichità? È questa la domanda alla quale la ricercatrice Beatrice Girotti prova a rispondere attraverso letture di passi di Girolamo e Agostino e del pagano Libanio, dimostrando la complessità e la poliedricità di una situazione, quella femminile, inserita in un momento di transizione in maniera alquanto ambigua. Di una Teodora al plurale ci parlerà Giorgio Vespignani, “reinterpretata” innumerevoli volte, a partire dal suo stesso tempo, il secolo sesto, con Procopio di Cesarea, fino a tutto il ventesimo secolo. Ogni volta estratta dal suo contesto storico-culturale la sua figura ha finito per divenire strumento di paragone e di interpretazione per altrettante figure e momenti storico-culturali sempre assai distanti e in maniera totalmente fuorviante. Raffaele Savigni, professore di storia medievale presso il Dipartimento di Beni Culturali a Ravenna, esaminerà le fonti occidentali del nono-decimo secolo evidenziando il ricorso a modelli positivi e negativi desunti dalla scrittura (come quelli di Giuditta e Gezabele) e dalla cultura classica. La collega medievista dell’università Cattolica di Milano, Simona Gavinelli, focalizzerà il ruolo, non secondario, di alcune esponenti dell’aristocrazia franca e del Regno italico. Donne comprese nei piani di oculate politiche matrimoniali con cui si immobilizzavano i beni dotali, fiscali e il patrimonio allodiale di famiglia, che dimostrarono spesso di saper gestire il potere con inaspettata abilità, soprattutto nelle situazioni emergenziali che le vedevano lontane dai mariti per questioni politiche o di vedovanza. Densa e ricca quindi la prima sessione del convegno ravennate dedicata a secoli lontani che non smettono di restituire fascino e nostalgia verso un tempo diverso da chi è immerso nella frenesia dell’attuale.

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