>ANSA-FOCUS/ Antimafia a Aosta,modello valdostano per ndrangheta

Bindi, in regione insediamento mafioso ma vige 'pax valdotaine'
18:05 - 19/10/2017 


(ANSA) - AOSTA, 19 OTT - C'è un 'modello valdostano' per la l'azione della 'ndrangheta nel Nord Italia, differente rispetto a quelli della altre regioni. E' la conclusione a cui è arrivata la Commissione Antimafia - espressa attraverso le parole del suo presidente, la senatrice Rosy Bindi - al termine di una visita in Valle d'Aosta.

"La 'ndrangheta in questa regione - ha spiegato - ha assunto tutte le caratteristiche, anzi in qualche modo le ha esaltate, che la caratterizzano nelle regioni del Nord: non si compiono atti di violenza, non ci sono neanche particolari estorsioni, sembra non essere vigente il tradizionale metodo mafioso perché forse è stata capace, più che in altri zone, di realizzare una sorta di 'pax valdotaine' che vede compiacenti non solo altre organizzazioni mafiose, come quelle straniere, ma anche operatori economici e la classe dirigente a vari livelli. Tutto questo rende più complicato lo svolgimento delle indagini e le azioni di contrasto". Opera quindi una 'locale' - ramo dell'organizzazione criminale che raggruppa le famiglie del posto - ai piedi del Monte Bianco? "In passato c'era, lo hanno confermato alcune intercettazioni, mentre oggi non ci sono evidenze che esista".

Dopo le audizioni con l'autorità giudiziaria e i rappresentanti delle forze dell'ordine, la Commissione Antimafia non ha però dubbi: "La Valle d'Aosta non è immune da un insediamento mafioso - ha detto il presidente Bindi - che ha condizionato e continua a condizionare l'economia di questa terra, e anche la politica e le scelte. In questa regione c'è una presenza significativa di famiglie riconducibili alla 'ndrangheta e questo non può non suscitare il nostro interesse".

Pertanto "ben vengano le interdittive emesse recentemente dal questore, ben vengano le indagini che sappiamo essere in corso", ma "forse serve anche maggiore consapevolezza di tutta la società, di tutti i cittadini, di tutti gli operatori economici, di tutti i professionisti e di tutta la politica, perché se la mafia che spara pensiamo, in maniera peraltro errata, di combatterla con gli eroi, la mafia che non spara si combatte con la coscienza civile diffusa".

Secondo il senatore Bindi, "la Valle d'Aosta potrebbe diventare anche un esempio positivo che rompe questa pace predatoria anche di risorse pubbliche per dare vita a una coscienza responsabile". Tra i punti affrontati durante le audizioni ci sono anche l'omicidio di Giuseppe Nirta, già residente a Villeneuve e ucciso in Spagna nel giugno scorso, e la Festa dei Santi Giorgio e Giacomo (conosciuta come la Festa dei calabresi), che ogni anno attira migliaia di persone ad Aosta. "E' mai possibile che qui tutti gli anni si raduni un numero così grande di calabresi, richiamati da un fatto di religiosità popolare che noi rispettiamo e dalla voglia di far festa, e che non ci sia nessun capo 'ndrangheta che dalla Svizzera o da altre parti del Piemonte piuttosto che dalla Liguria non ne approfitti per fare una riunione? Noi facciamo domande, le risposte ce le devono dare altre. Per dare delle risposte si devono fare le indagini". (ANSA).


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