Cronaca

Fc Associna è una associazione impegnata nel dialogo fra culture. Il fondatore è un imprenditore padovano. Ken Zhao, 34 anni

Si chiamano Xu ma tifano Buffon. Ecco la squadra dei cinesi d'Italia

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Di cognome fanno Xiang o Xu ma tifano Buffon, indossano una maglia rossa e gialla ma il loro cuore batte  anche per quella azzurra e, nonostante a volte i loro genitori siano dubbiosi, sognano di essere i prossimi campioni della serie A.
 
Eccola qui la la leva calcistica dei giovani cinesi d'Italia, velocità e catenaccio, pronti a lavorare duro per emergere, corsa e palleggio, slalom tra i birilli e schemi da provare. Sono i calciatori della nazionale dei cinesi di seconda generazione: si chiama Fc Associna, dal nome dell'associazione impegnata sul fronte del dialogo tra culture e della cittadinanza che riunisce i giovani italo-cinesi.
 
A fondare la squadra è stato un padovano, Ken Zhao, imprenditore di 34 anni, che ha chiamato a raccolta un gruppo di amici del Nordest e di tutta Italia. Difensore centrale, sa di essere troppo vecchio per diventare un calciatore professionista ma non rinuncia al suo sogno. "Io e i miei amici siamo cresciuti con il calcio italiano", racconta, "e ho pensato: perché non dare la possibilità ai giovani cinesi che stanno crescendo di mettersi in mostra, sia in Italia che in Cina?".
 
Ci spera tanto Leonardo Liao, classe 2002. Abita a Montemurlo, vicino a Prato, attaccante nella categoria allievi della squadra Maliseti Tobbianese, attaccante nella giovane nazionale italo-cinese. La mattina al liceo Carlo Livi, il pomeriggio con il pallone. "Mi piacerebbe tanto giocare nel Milan", racconta, "per questo ce la sto mettendo tutta". Il padre annuisce e lo sostiene, anche se non sempre le famiglie cinesi hanno, fino ad ora, assecondato le passioni dei figli per il calcio.
 
"Questo perché per molti anni in Cina il calcio non è stato popolare", spiega l'avvocato Baj Junyi, presidente della squadra di calcio e presidente emerito di Associna, "e le famiglie non ne conoscevano l'importanza nella società italiana. Questa nazionale nasce per due motivi: costruire ponti tra culture e sostenere i nostri giovani calciatori".
 
Gli investimenti di Pechino nel Milan e nell'Inter e il progetto di istituire 50mila scuole calcio in Cina entro il 2025 raccontano come il rapporto con il calcio, tra passione e affari, sia cambiato. L'ultima partita di Fc Associna è di fine settembre a Coverciano, sede del centro tecnico federale degli azzurri, contro la Rondinella. E l'amichevole è rimbalzata sui media cinesi. Anche la Cina può essere un mercato interessante per i giovani cresciuti nelle scuole calcio italiane.
 
È finita in pareggio (2-2), a difendere i pali della nazionale italo-cinese c'era Denny Ho, 26 anni, cresciuto alla scuola calcio del Torino anche se a lui è sempre piaciuto Del Piero. Da tre anni abita a Vicenza dove gestisce un bar-edicola, è uno dei pochi ad avere già la cittadinanza italiana. Il nonno, Ho Tsesing, cresciuto tra i monti della Regione Zhejiang, fuggì dalla guerra sino- giapponese e arrivò in Italia dopo 2 anni di viaggio. Il padre, Ho Se Li, nato e cresciuto a Torino, tornò in Cina per sposarsi e lì, nel 1991, nacque Danny: radici cinesi, passaporto italiano e cuore juventino.
 
Lorenzo Cai, 31 anni, è il veneziano del gruppo, centrocampista. Gestisce due ristoranti a Venezia, dove il figlio di 4 anni corre tra i tavoli con la maglia bianconera di Dybala. Scuola calcio a Bologna, poi gli allenamenti con il club Casale Fattoria, Lorenzo Cai è centrocampista. "Venivano a prendermi con il pulmino a casa e poi andavo al campo, anni bellissimi", racconta Lorenzo, "vorrei che lo fossero anche per i miei giovani compagni di squadra della nazionale: noi li sosteniamo, qualcuno ce la farà. Il loro sogno è anche il nostro".