Cronaca

Pedofilia, la diocesi sospende un parroco di Reggio Calabria per rapporti con minorenni

 La chiesa di San Gregorio Taumaturgo 
Una delle vittime avrebbe raccontato agli inquirenti di come don Carmelo Perrello sfruttasse il suo ascendente sui giovani della comunità. Indagine in fase preliminare, nessuna misura cautelare applicata al religioso, sottoposto a perquisizione ambientale e personale dalla polizia, anche per l'ipotesi di detenzione di materiale pedopornografico. Dal 2015 il sacerdote è in giudizio, accusato di stalking
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REGGIO CALABRIA - Ufficialmente, don Carmelo Perrello, 44 anni, sacerdote dal 1999, era attento alla sua comunità, attivo nel quartiere e con i ragazzi che aveva aggregato attorno alla parrocchia. In realtà - sospettano i magistrati - lontano dalla chiesa e da occhi indiscreti, il religioso avrebbe avuto una doppia vita e con i ragazzi atteggiamenti decisamente meno edificanti. A denunciarlo sarebbe stata una delle vittime, che ha fornito un racconto tanto preciso e dettagliato da indurre i magistrati a muoversi subito. E con l'avvio delle indagini è emerso che il sacerdote dal 2015 deve rispondere in giudizio di un'altra accusa: stalking.

Per questo motivo ieri pomeriggio, per ordine del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni, gli investigatori del compartimento Polizia postale e dell'Ufficio minori della Questura si sono presentati alla porta della chiesa di San Gregorio, nella periferia sud della città, con in mano un decreto di perquisizione locale e personale per don Perrello. Le accuse sono pesanti: detenzione di materiale pedopornografico e rapporti sessuali con minorenni.

"Al momento - dice Gaetano Paci, che da facente funzioni coordina le attività della procura - considerata la delicatezza delle indagini e il potenziale coinvolgimento di vittime minorenni, non possiamo dire di più. Le indagini sono ancora in fase preliminare". Per il sacerdote non è stata emessa alcuna misura cautelare, ma per ordine dei magistrati la sua casa, la canonica e qualsiasi ambiente di sua pertinenza sono stati passati al setaccio alla ricerca di elementi che possano confermare o dissipare i sospetti.

Quale sia stato l'esito delle attività non è dato sapere, alla Curia però tanto è bastato per decidere di prendere immediati provvedimenti. A meno di ventiquattro ore dalla perquisizione, don Perrello è stato "sospeso cautelativamente dal ministero pastorale, in attesa delle conclusioni degli accertamenti giudiziari in atto". A darne notizia è stato lo stesso arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, che con una nota, pubblicata sul sito web del quotidiano cattolico Avvenire di Calabria ha annunciato l'immediata sospensione del religioso. Pur dicendosi "fiducioso nel lavoro della Magistratura", l'alto prelato ci ha tenuto a specificare la volontà di porsi "sin da ora in atteggiamento amorevole nei confronti delle presunte vittime, chiedendo perdono per l'eventuale male arrecato".

Arrivato nel quartiere da pochi anni, don Perrello si era fatto subito notare dalla comunità. Ma non solo per il suo particolare attivismo. Agli abitanti di San Gregorio non era infatti sfuggita la curiosa abitudine del parroco di allontanarsi spesso la sera, a bordo di una fiammante Mini Cooper e senza abito talare o colletto rigido. Qualcuno al sacerdote ha anche chiesto dove si dirigesse tanto spesso, ma al riguardo ha ottenuto sempre e solo risposte evasive.

A quanto pare, invece, nessuno era a conoscenza dei guai giudiziari del don. Prima di arrivare a San Gregorio, Perrello è stato per anni il sacerdote della parrocchia di Fossato/Montebello, piccolo centro dell'hinterland jonico reggino. Lì il sacerdote avrebbe letteralmente perso la testa per un uomo, sottoposto per mesi ad una "corte" spietata, al limite della persecuzione. Per questo motivo è stato denunciato e dal 2015 è a processo di fronte al giudice monocratico di Reggio Calabria. La prossima udienza è fissata per il 22 dicembre, ma il prete rischia di avere guai ben più seri di cui occuparsi.

E' il secondo caso in due giorni di parroci sospesi. La Diocesi di Aversa (Caserta) ha sospeso temporaneamente dalla funzione un sacerdote di Succivo, dopo che lo stesso religioso ha sporto denuncia ai carabinieri per estorsione. Denuncia che ha portato all'arresto di due giovani che avrebbero chiesto al parroco la somma di 20mila euro, minacciandolo di divulgare, in caso di diniego, un video in cui comparirebbe il sacerdote mentre compie rapporti sessuali con i due ragazzi, entrambi maggiorenni.