Cronaca

I gendarmi del Papa, ecco il docufilm del Vaticano

"Custodire e proteggere", un racconto del quotidiano e delle missioni speciali di chi è chiamato a proteggere Francesco. "Per lui sono pronto a morire, so che poi aiuteranno la mia famiglia". Il 29 dicembre su RaiUno

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CITTÀ DEL VATICANO - L'ultimo prodotto del Centro televisivo vaticano, organo ufficiale della Santa Sede, è il lancio internazionale del documentario “Custodire e proteggere. La Gendarmeria vaticana”, diretto da Cesare Cuppone. Andrà in onda il 29 dicembre su RaiUno in seconda serata.
 
Non c'è più il Papa al centro della scena, in questo doc. L’attenzione si concentra, invece, su quelle figure statisticamente ricorrenti, seppure fisicamente occupano una posizione periferica all’interno della scena: i gendarmi vaticani. Spesso finiscono nelle inquadrature in modo incidentale: parzialmente e soltanto in situazioni specifiche come, ad esempio, quando sono in gruppo attorno alla Papa mobile o quando il pontefice saluta la folla dei fedeli in Piazza San Pietro, nel corso dei viaggi.
 
L’attività dei gendarmi è per la prima volta mostrata in tutte le sue fasi: i compiti di vigilanza, il controllo della viabilità per il piccolo Stato, la sicurezza del Papa tra le Mura leonine e nei suoi viaggi in Italia e all’estero. Dice il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani: “Far parte del corpo significa una disponibilità totale alla Chiesa e al prossimo, senza scordarsi dei poveri e dei semplici”. Spiega un gendarme: “Difendere il Santo Padre non è come difendere un capo di Stato. Il Papa è un sacerdote e deve stare tra la gente”. Ancora: “Un giorno sei a Washington, alla Casa Bianca, e il presidente degli Stati Uniti ti dà la mano e dice: “Good job!”. Il giorno dopo sei a Porta Sant'Anna, in Vaticano, e il pensionato che passa ti chiede: “Genda', che, hanno scaricato lo zucchero?””.
 
I gendarmi si trovano spesso in situazioni di potenziale pericolo, specialmente durante le missioni lontane. Racconta uno di loro: “Ho avuto la fortuna di fare più di un viaggio all’estero e quello in Centrafrica è stato il più coinvolgente. Lo ha fortemente voluto il Santo Padre, ha aperto lì la Porta Santa, ha inaugurato il Giubileo. Ed è stato pericoloso. La situazione politica era difficile, il Centrafrica è un Paese in rivolta e molto, molto povero. Con pochi soldi chiunque può acquistare un’arma. Io ero pronto a morire. L’unica preoccupazione erano i figli e la moglie, ma sapevo che se non ci fossi stato più il comandante avrebbe aiutato la mia famiglia”.
 
Il documentario, guidato da Stefano D’Agostini e prodotto con Officina della comunicazione, società fondata da Nicola Salvi ed Elisabetta Sola, incarna la strategia messa in campo dalla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, guidata da Monsignor Dario Edoardo Viganò. La riforma dei media vaticani voluta dallo stesso Francesco ha l'ambizione di incrementare la condivisione dei messaggi della Chiesa a livello globale e di intraprendere un dialogo con un nuovo pubblico.

"Custodire e proteggere" nel 2018 uscirà come dvd per le Edizioni San Paolo. Tra le opere prodotte in questo filone, "Stanotte a San Pietro", con Alberto Angela: nel dicembre 2016 ha realizzato il record stagionale di ascolti di RaiUno.