Cronaca

Trentino, 18mila euro per un parto. Coppia di turisti russi valuta di chiedere permesso di soggiorno

A febbraio erano in vacanza a Moena, quando il lieto evento si è verificato in anticipo rispetto alle previsioni. Il bambino, nato prematuro, sta bene ma è ancora in ospedale a Trento. E l'assicurazione della coppia non copre simili spese sanitarie

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TRENTO - Un conto in spese sanitarie da 18mila euro. E' quello maturato ad oggi a carico di una coppia di turisti russi da parte della sanità trentina per i costi del parto del suo bambino, nato prematuro in Italia. A febbraio i due turisti russi erano in vacanza a Moena, in provincia di Trento, quando si è verificato in anticipo il lieto evento. Putroppo per loro non coperto, come spiegano la tv locale Rttr e il quotidiano online Trento Today, dalla loro assicurazione.

Il bimbo sta bene, ma è ancora all'ospedale di Trento dopo il parto prematuro. E l'assenza di convenzioni sanitarie tra Italia e Russia potrebbe costare cara. Ci sarebbero per ora 3mila euro per il parto e 15mila euro per la degenza. La coppia avrebbe quindi preso in considerazione di richiedere il permesso di soggiorno, ma la decisione non potrebbe comunque essere presa prima della scadenza del visto turistico, quindi a maggio.

Anastacia e suo marito erano arrivati in Italia per la vacanze il 24 febbraio, la sera stessa a Moena la donna aveva avvertito le prime contrazioni. "Noi abbiamo una normale assicurazione turisticache non copre queste spese - spiega la giovane mamma russa -. Nostro figlio sarà pronto per tornare in Russia fra un mese, ma per noi è una cifra troppo grande".

La soluzione che è stata suggerita loro è di chiedere un permesso di soggiorno, visto che hanno scartato l'idea di una raccolta fondi pubblica. "Siamo andati in un ufficio - spiega ancora Anastacia - e ci hanno detto che potremo fare richiesta solo dopo che scade il nostro visto turistico, cioè a fine maggio, ma è troppo tardi. Ci piacerebbe che lo Stato facesse un'eccezione per il nostro caso particolare, per permetterci di fare domanda subito".

Oltre al dubbio sul fatto che la richiesta possa essere accolta, dal punto di vista amministrativo il permesso di soggiorno eliminerebbe le spese sanitarie solo a partire dal momento del suo ottenimento, quindi solo per l'ultimo mese di degenza del piccolo in ospedale. E se così fosse, l'unica concreta via d'uscita per i due turisti russi resterebbe quella di chiedere a posteriori un rimborso nel proprio Paese di provenienza.