Cronaca

Minorenne violentata e ricattata a Vasto, il fidanzato: "Solo un gioco sfuggito di mano"

Due i giovani arrestati per gli abusi denunciati dalla ragazza e interrogati dal gip. Il legale della minorenne: "Potrebbero esserci altre persone coinvolte"
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"Un gioco che ci è sfuggito di mano". Si è svolto stamattina a Roma, nel carcere minorile di Casal di Marmo, l'interrogatorio di garanzia per i due minorenni arrestati a Vasto dopo la denuncia di una loro coetanea che li accusa di averla costretta per due anni ad avere rapporti sessuali, minacciandola di diffondere in rete foto e video di quei momenti. I due, uno dei quali era il fidanzato della minorenne - aveva 14 anni quando sono cominciati gli abusi - secondo quanto riferito dai loro avvocati, hanno risposto alle domande del gip Federico Falzone.

In particolare, i difensori del fidanzato hanno riferito che il loro assistito avrebbe dichiarato "di non averla mai costretta a fare niente senza il suo consenso; si è trattato solo di un gioco voluto dalle parti che però gli è sfuggito dalle mani". Il giovane non ha negato l'esistenza di riprese e foto "ma realizzate sempre dietro consenso, la loro era una relazione sentimentale". Nei confronti dei due minori pendono le accuse di concorso in riduzione in schiavitù, pornografia minorile, violenza sessuale di gruppo, violenza privata, atti persecutori e cessione di sostanza stupefacente aggravata dalla minore età del ricevente.

Le loro dichiarazioni saranno adesso trasmesse al tribunale dei minori dell'Aquila: gli avvocati difensori chiederanno di trasformare in arresti domiciliari la custodia cautelare in carcere stabilita dal gip dopo la denuncia della ragazza, arrivata dopo due anni di soprusi. Le indagini dovranno comunque chiarire il significato dei messaggi presenti sul telefono della ragazza. Conversazioni che sembrano sottolineare la condizione di asservimento e di ricatto cui era stata sottoposta a causa di quei video.

"La situazione è più grave di quella che appare - ha dichiarato invece l'avvocato della minorenne - e potrebbe implicare anche il coinvolgimento di altre persone, con sviluppi ancora tutti da chiarire anche in merito alla loro età, che li chiamerebbe a responsabilità davanti alla procura". Riguardo alla sua assistita, il legale ha raccontato che "si è tolta questo fardello di dosso e ora con l'aiuto della famiglia sta cercando di ricominciare una vita normale".

Le violenze nei suoi confronti erano iniziate alla fine dell'estate del 2016. Il suo ragazzo, di poco più grande, aveva fatto a sua insaputa delle riprese alla ragazza, utilizzandole poi come arma di ricatto per costringerla a nuove prestazioni sessuali, anche con altri. Qualche volta, ha denunciato la minore, le avevano fatto assumere cannabis per "renderla più disinibita". È stato grazie ai consigli di un'amica che la giovane - oggi 16enne - si è convinta a denunciare tutto ai carabinieri.