Cronaca

Migranti, Open Arms con 59 migranti verso Barcellona. L'accusa: "I 100 morti colpa della Guardia costiera italiana e libica"

I migranti soccorsi stamattina da Open Arms  
La nave della Ong catalana soccorre un gommone con 59 persone, tra cui quattro bambini, e ottiene l'autorizzazione a sbarcare a Barcellona. Scoppia una nuova polemica tra Salvini e Malta. Una seconda imbarcazione dei volontari, la Astral, su indicazione libica, è intervenuta per un altro barcone in difficoltà. La guardia costiera libica salva 270 persone
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ROMA - Due salvataggi in mare di due navi di una Ong spagnola tenuta da giorni alla larga dalle coste italiane e maltesi, che accusa proprio l'Italia di avere la responsabilità dei cento morti di ieri. E che viene incaricata per la prima volta dalla guardia costiera libica di intervenire in soccorso di un barcone in difficoltà. Una sessantina di migranti diretti verso un porto sicuro chiesto alla Spagna (che dà l'ok per Barcellona), vista la chiusura totale di Italia e Malta, anche oggi alle prese con un botta e risposta sulle responsabilità. Nel Mediterraneo il braccio di ferro sul ruolo delle Ong non ferma però il lavoro dei volontari, mentre sull'aprire o meno i porti si consuma lo scontro nel governo, con il presidente della Camera Roberto Fico che attacca la linea dura di Matteo Salvini. Il ministro non arretra davanti all'ennesima strage del mare. "Questi morti pesano sulla coscienza di coloro che illudono mezzo contiene africano che in Italia e in Europa ci sia spazio per tutti", mentre la guardia costiera sul naufragio precisa: "E' accaduto in acque territoriali libiche e non ha visto in alcun modo il coinvolgimento della centrale operativa della guardia costiera di Roma".

· "NO LIBIA, NO LIBIA"
"Abbiamo assistito a una vera e propria operazione di salvataggio di 60 persone che erano a bordo di un gommone da parte di Open Arms. Appena li abbiamo visti, quando erano ancora sul barcone, ci hanno subito detto "No Libia, no Libia, no Libia". E' l'europarlamentare italiana Eleonora Forenza (Gue-Ngl), che con altri tre colleghi spagnoli è a bordo della Astral della Ong Open Arms in zona Sar al largo della Libia, a raccontare dell'intervento della nave umanitaria che stamattina ha effettuato un intervento di soccorso a un gommone con a bordo una sessantina di migranti, davanti alle coste libiche in prossimità di Tripoli, dove la ong era presente con due sue navi. "Salvate e al sicuro 59 persone alla deriva e in pericolo di vita. Ora tutti a bordo diretti verso un porto sicuro", ha scritto la Ong catalana, pubblicando anche le foto del salvataggio. Un porto sicuro che - dopo la chiusura di Italia e Malta - non è rimasto che cercare in Spagna.

· LA ONG SI RIVOLGE ALLA SPAGNA
L'equipaggio ha chiesto in serata alla Spagna la possibilità di attraccare per fare sbarcare i migranti. Secondo quanto riportato da El Pais, il Consiglio comunale di Barcellona ha prima dato la sua disponibilità e poi aspettato il via libera del governo di Madrid. L'ok è arrivato intorno alle 22. Ma che fosse la Spagna il Paese cui rivolgersi per i volontari era già chiaro. "Spetta alla Spagna cercare un porto sicuro, in quanto Stato di bandiera della Open Arms", ha spiegato il direttore operativo della Proactiva Open Arms, Riccardo Gatti, dopo l'operazione.


 · I SOCCORSI
Stamattina, sul proprio canale Twitter, Open Arms ha informato di aver effettuato il salvataggio dei primi migranti. E l'intervento ha alimentato la polemica sulle Ong. La Open Arms infatti ha spiegato di aver agito solo dopo aver tentato, invano, di contattare la Guardia costiera libica per segnalare la presenza del gommone in mare. Nel frattempo, secondo quanto riferito il direttore Gatti, la seconda imbarcazione della Ong, la Astral, sta andando, su richiesta della Guardia costiera libica, a prestare soccorso a un altro gommone in balia del mare. Sarebbero 65 le persone a bordo del secondo natante. Se confermata, la richiesta libica sarebbe un'assoluta novità. "I 59 migranti - ha scritto sempre su Twitter Javi Lopez, uno dei quattro europarlamentari che stanno facendo la spola tra l'Astral e l'altra nave - vengono da 14 Paesi diversi. Tra loro ci sono quattro minori, di cui due non accompagnati.



L'ACCUSA DI OPEN ARMS
Lo stesso Lopez ha postato un filmato in cui Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola, ha accusato le Guardie costiere italiana e libica del naufragio di ieri, quando su 120 migranti, sono sopravvissuti solo in 16. Tra le vittime, anche bambini: "Open Arms avrebbe potuto salvarle, ma il suo appello è stato ignorato dalla Guardia costiera italiana e da quella libica". Tra gli ospiti della nave Ong c'è anche la reporter di Eldiario Gabriela Sanchez, che ha ricostruito le fasi di quanto accaduto stamani, durante il salvataggio del barcone. La nave Open Arms è intervenuta dopo aver ascoltato un avviso di un aereo militare "europeo" relativo a un barcone in difficoltà a largo di Al-Khums, vicino alla costa di Tripoli. 

• LA POLEMICA SALVINI-MALTA
Sull'operazione della Ong è intervenuto però il ministro Salvini, che su Facebook ha attaccato i volontari spagnoli: "La nave Open Arms, di Ong spagnola con bandiera spagnola, si è lanciata poco fa verso un barcone e, prima dell'intervento di una motovedetta libica in zona, ha in tutta fretta imbarcato una cinquantina di immigrati a bordo. Questa nave - ha aggiunto - si trova in acque Sar della Libia, porto più vicino Malta, associazione e bandiera della Spagna: si scordino di arrivare in un porto italiano". Il tweet del ministro ha subito sollevato l'irritazione de La Valletta. "L'intervento di Open Arms è avvenuto in zona Sar libica, tra Libia e Lampedusa, Italia. Matteo Salvini la smetta di diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza alcuna ragione". Questa è stata la replica su Twitter del ministro dell'Interno maltese Michael Farrugia, che ha pubblicato una mappa con le distanze tra il punto dove si trova la nave della Ong, Lampedusa e Malta.

· PORTI CHIUSI ALLE ONG PER 'RAGIONI DI SICUREZZA'
Alla base della decisione di Salvini di vietare l'accesso ai porti italiani alla Open Arms ci sarebbero le vicende giudiziarie in cui è stata coinvolta la nave delle Ong, le manifestazioni che si sono verificate in occasione di precedenti approdi in Italia dell'imbarcazione e il rischio che l'attracco possa provocare proteste e rischi per la sicurezza. Il Viminale non escluderebbe però la possibilità, "in assenza di esigenze emergenziali", di provvedere in mare alle necessità di rifornimento della Open Arms, da giorni alle prese con la scarsità di carburante.

· 270 MIGRANTI SALVATI DALLA GUARDIA COSTIERA LIBICA
Il portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem, sempre oggi, ha riferito del salvataggio di "270 migranti, tra cui 11 bambini e 80 donne che erano a bordo di un barcone di legno" al largo di Homs. I migranti, di "diverse nazionalità africane" (Eritrea, Etiopia, Sudan del Sud, Egitto, Isole Comore) e del Bangladesh, sono arrivati alle 14:30 a Homs. Nel centro situato a circa cento chilometri in linea d'aria ad est di Tripoli i migranti hanno ricevuto "cure umanitarie e mediche" in attesa di essere consegnati alla locale autorità per la lotta contro l'immigrazione clandestina, ha specificato sempre il contrammiraglio Ghasem.

VIMINALE, SBARCHI IN CALO
Intanto il Viminale ha pubblicato stamattina i nuovi dati sull'arrivo di migranti in Italia, che contraddicono ciò che lo stesso capo del dicastero, Salvini, che dal suo insediamento continua a parlare di emergenza: da inizio a oggi, infatti, sono sbarcati in Italia 16.566 migranti, il 79,07% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando ne arrivarono 79.154. Per il dodicesimo mese consecutivo, dunque, gli sbarchi nel nostro Paese sono in calo: l'ultimo picco fu registrato proprio a giugno dell'anno scorso, quando sbarcarono 23.526 migranti (contro i 22.339 del 2016 e i 3.136 del 2018). Dei 16.566 arrivati nei primi sei mesi del 2018 (la quasi totalità nei porti siciliani), 11.401 sono partiti dalla Libia: un calo nelle partenze dell'84,94% rispetto al 2017 e dell'83,18% rispetto al 2016. Quanto alle nazionalità di quelli che sono arrivati, la prima è la Tunisia, con 3.002 migranti, seguita da Eritrea (2.555), Sudan (1.488) e Nigeria (1.229).