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Sicurezza, via alla sperimentazione del taser per le forze dell'ordine

Firmato il decreto: si parte con 30 dispositivi in 11 città. Salvini: "Importante deterrente". Tanti i rischi e le perplessità, per Amnesty International è strumento di tortura

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Trenta taser per la sicurezza di 11 città, si parte. È arrivato il decreto che dà il via alla sperimentazione della pistola elettrica che sarà data in dotazione alle forze dell'ordine, come annunciato nelle scorse settimane dal ministro dell'Interno Matteo Salvini e dal capo della Polizia Franco Gabrielli, dopo il caso di Jefferson Tomalà, il venntenne originario dell'Ecuador ucciso a Genova dalla polizia nel corso di un tso. La sperimentazione sarà affidata a polizia, carabinieri e guardia di finanza; 11 le città da dove cominciare (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi) e 30 i dispositivi da acquistare, per ora. La fase sperimentale seguirà un disciplinare che un apposito gruppo interforze sta mettendo a punto e sulla base del quale saranno formati le donne e gli uomini delle forze dell'ordine coinvolti nella prima fase di utilizzo. Nei giorni scorsi, il taser è comparso anche in Vaticano. Un gruppo scelto di membri della Gendameria, accanto all'arma di ordinanza, è stato equipaggiato infatti con le armi elettriche, in grado di immobilizzare i soggetti tramite una scarica ad alto voltaggio. Ma sono molti i rischi e le perplessità.

Polizia, Salvini: "Nelle prossime settimane via alla sperimentazione dei taser"

· Salvini: "Importante deterrente"
"Il taser è un'arma di dissuasione non letale - ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini che nei giorni aveva anticipato la novità - e il suo utilizzo è un importante deterrente soprattutto per gli operatori della sicurezza che pattugliano le strade e possono trovarsi in situazioni borderline, dove una misura di deterrenza può risultare più efficace e soprattutto può ridurre i rischi per l'incolumità personale degli agenti. Credo che la pistola elettrica sia un valido supporto, come dimostra l'esperienza di molti paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera". Il taser oltre agli Stati Uniti è infatti in dotazione alle forze di polizia di circa 107 paesi, tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.

Gabrielli a Genova: "Presto i poliziotti avranno in dotazione i taser"

· I rischi dell'arma: dalle lesioni fino alla morte
Quasi a rispondere alla richiesta insistente di dotare anche la polizia penitenziaria della pistola elettrica avanzata dal sindacato Sappe, però, il Garante dei detenuti nella sua re
lazione annuale ha sottolineato già come il taser sia "uno strumento che richiede molta più cautela di quanto la sua definizione di non letalità lasci presupporre". "Il beneficio derivante da un minor utilizzo delle armi letali - questa l'avvertenza del Garante, che ha ricordato come comunque non possa essere autorizzato nei contesti dove normalmente non è consentito l'impiego delle armi tradizionali - è controbilanciato da alcuni elementi negativi non trascurabili: i potenziali rischi di abuso; la sofferenza provocata dalla scarica elettrica alla quale è associato, oltre alla perdita di controllo del sistema muscolare, anche un dolore acuto; le ulteriori conseguenze di tipo fisico dal momento che la persona colpita dal taser normalmente rovina a terra e quindi può provocarsi lesioni alla testa o a altre parti del corpo. Nei casi più gravi, infine, la morte per arresto cardiaco o conseguenze, per esempio, sulla salute del feto nel caso di donne incinte".

· Un modello 'personalizzato'
Proprio per limitare i rischi, stando a quanto trapelato dopo l'annuncio di Gabrielli, l'opzione taser per le forze dell'ordine italiane prenderà in esame un modello 'personalizzato' di arma, caratterizzato da un amperaggio ridotto, con scariche ancora più corte rispetto ai cinque secondi dei modelli classici, e predisposte in modo da cessare automaticamente senza bisogno dell'intervento manuale. Un modo, questo, per rendere i nuovi strumenti ancor meno dannosi e ridurre il rischio di morte, una possibilità concreta denunciata dati alla mano da Amnesty International, che ha classificato i taser come strumenti di tortura e, nei suoi rapporti annuali, li ha indicati come causa del decesso di 500 persone negli ultimi cinque anni. Il modello che gli agenti utilizzeranno è prodotto dall'azienda statunitense Axon (già Taser International), che ne possiede il brevetto, ma ad esso verranno applicati gli accorgimenti previsti dal servizio sanitario nazionale italiano. I test in laboratorio sono cominciati nel 2014, dopo il Decreto sicurezza, ma le applicazioni sul campo non erano ancora cominciate concretamente. "Non si può passare direttamente dal manganello alla pistola calibro 9 - aveva detto Enzo Marco Letizia, Segretario nazionale dell'Associazione funzionari di Polizia commentando l'arrivo dei taser - è necessaria una progressività nei nostri mezzi per l'uso della forza e la pistola elettrica copre questo vuoto. Se l'agente di polizia a Genova avesse usato un taser invece della pistola, si sarebbe scongiurata la morte del ragazzo che lo stava aggredendo".

· Le indicazioni sull'utilizzo
Le linee guida emesse dal Dipartimento della Pubblica sicurezza definiscono il taser  "un'arma propria", che fa uso di impulsi elettrici per inibire i movimenti del soggetto colpito. La distanza consigliabile per un tiro efficace è dai 3 ai 7 metri. Il taser "va mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto". Se il tentativo fallisce si spara il colpo, ma occorre "considerare per quanto possibile il contesto dell'intervento e i rischi associati con la caduta della persona dopo che la stessa è stata attinta". Bisogna inoltre tener conto della "visibile condizione di vulnerabilità" del soggetto (ad esempio una donna incinta) e fare attenzione all'ambiente circostante per il rischio di incendi, esplosioni, scosse elettriche.