Cronaca

"Piddine fatevi stuprare" l'assessora denuncia l'aggressione web, ma il gip archivia

A Carpi Stefania Gasparini del Pd si era rivolta al giudice dopo un'ondata di insulti a un post su Facebook. Il tribunale: "Preso di mira un gruppo generico"

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ROMA - A Carpi l'assessora denuncia un post violento su Facebook, ma il giudice archivia perché l'insulto è rivolto a un gruppo di persone. L'anno scorso, sotto un post in cui l'assessora alll'istruzione del comune di Modena Stefania Gasparini aveva criticato alcune affermazioni razziste di Forza Nuova era comparsa una sequela di insulti. "Mi aveva colpito la violenza di persone che conosco e con le quali si sarebbe potuto avere un confronto - dice oggi Gasparini - per cui ho deciso, anche su suggerimento delle autorità, di sporgere denuncia".

Gasparini indica soprattutto un post in cui una persona a lei conosciuta scrive: "Piddine, fatevi stuprare dagli immigrati, allora, e come dice il mediatore culturale idiota, all'inizio fa male, poi ... buon divertimento!" e su un altro post in cui una donna rilancia la frase scrivendo: "Ecco sì. Meritano questo per le loro mogli, figlie cugine.. così aprono gli occhi...".

"Non finì lì - racconta Gasparini - mi arrivarono insulti via messenger e anche la Gazzetta di Modena, che riferì l'accaduto, fu subissata di commenti violenti. Decisi di denunciare quattro persone perché dalle autorità mi arrivò sostegno e l'invito a non lasciar correre. Siamo tutti consapevoli del clima che si crea sui social e credo sia nostro dovere non lasciar correre".

La prima archiviazione è arrivata dal pm, ma Gasparini ha deciso di ricorrere al gip. Il 2 luglio scorso il giudice chiude il caso, rifacendosi a una sentenza della Cassazione del 2016 e scrivendo nel provvedimento che gli insulti "risultano genericamente rivolti a una pluralità di soggetti, nel caso di specie individuabili mediante il riferimento all'appartenenza a un partito politico", mentre il reato di diffamazione, secondo l'orientamento, "è costituito dall'offesa alla reputazione di una persona determinata". "In ogni caso - scrive ancora il gip - non costituiscono istigazione alla commissione di reati da parte di terzi, come chiaramente evincibile dal tenore letterale dei messaggi".

"In pratica è stato ricusato sia il reato di minaccia, sia quello di diffamazione - osserva Gasparini -  ma pur con tutto il rispetto per la magistratura mi chiedo se con questa posizione non si lasci passare l'idea che augurare uno stupro a un gruppo di persone invece che a un singolo sia accettabile. E se non vogliamo ribadire una volta di più che per contrastare la violenza contro le donne si deve partire anche dalla lotta alla violenza verbale, credo sia comunque importante chiedersi se ci si debba arrendere a questo clima sui social".

Sulla vicenda si farà un'interrogazione parlamentare e le prime firmatarie saranno Vanna Iori, Antonella Incerti e Paola Boldrini.