Cronaca

Capraia, ritrovato il relitto del sommergibile Guglielmotti, affondato nella Grande Guerra

Era stato colpito per errore nelle acque del Tirreno da una nave inglese, che lo aveva scambiato con un mezzo tedesco. Persero la vita 14 membri dell'equipaggio

1 minuti di lettura
Era stato affondato accidentalmente il 10 marzo 1917, alla sua prima uscita in mare. Il sommergibile Guglielmotti, varato poco meno di un anno prima, agli ordini del comandante Guido Castiglioni, si era inabbissato nella acque di Capraia, dopo essere stato cannoneggiato dal dragamine britannico Cyclamen, che lo aveva scambiato per una unità tedesca. Un tragico errore, che era costato la vita a 14 mebri dell'equipaggio. Il relitto è stato ora ritrovato durante un'esercitazione dei cacciamine della Marina militare, presso l'isola di Capraia, a 400 metri di profondità.

La scoperta è stata fatta dalla nave Gaeta ed è stata poi convalidata dalla successiva investigazione da parte di nave Rimini con il veicolo "multipluto" che ha permesso di scattare anche le prime immagini del sommergibile mostrando l'identità del relitto grazie alla corrispondenza con i dettagli costruttivi del battello che appare adagiato sul fianco mostrando, ben riconoscibile, il cannone di prora. Le immagini hanno anche confermato lo speronamento avvenuto da parte dell'unità inglese.

 "Il ritrovamento del sommergibile Guglielmotti - sottolinea lo Stato maggiore della Marina - conferma l'efficacia operativa dei nuovi veicoli subacquei in dotazione alla Marina militare capaci di operare a quote profonde e che potranno essere adoperati anche sui nuovi cacciamine che dovranno sostituire le ormai datate unità della classe Lerici/Gaeta. L'attività condotta dimostra come le capacità militari possono essere messe a disposizione della ricerca subacquea, anche per fini di ricostruzione storica, nell'ambito delle funzioni duali e complementari della Forza armata". Questa nuova tecnica di investigazione "apre un nuovo capitolo sulle indagini a quote profonde ed amplia gli scenari (militari e non) nei quali, i cacciamine della Marina militare, possono operare in futuro inquadrandosi in un più ampio programma di esplorazione e ricerca dei nuovi fondali marini. La scoperta ha infine ridato voce al coraggio e alla dignità di quegli uomini che oltre cento anni fa servirono il Paese fino all'estremo sacrificio".