Cronaca

Salvini e la bufala dei migranti che pretendono l'abbonamento a Sky

Pubblicata da un quotidiano, sui social esplode la polemica: "Questi vengono e pretendono, ma noi italiani?". E viene rilanciata anche dal ministro dell'Interno. Peccato che la prefettura dia un'altra versione
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"I richiedenti asilo vogliono avere Sky". La notizia, rilanciata da un quotidiano veneto sia sul cartaceo che sul web, ha scatenato gli utenti dei social network. Dove fioccano i commenti scandalizzati, tutti dello stesso tenore: "Loro protestano, pretendono e noi italiani?". Ma l'indignazione non si limita al web: "Prima i doveri, poi i diritti, certe richieste non devono essere accolte per rispetto dei vicentini in difficoltà" dice il sindaco del capoluogo berico Francesco Rucco. E alla fine anche il solito Matteo Salvini la rilancia su Twitter.
Ma le cose sono davvero andate così? Al centralino della Questura di Vicenza, dove lunedì pomeriggio si è radunato un gruppo di richiedenti asilo, della curiosa richiesta dell'abbonamento Sky non ne sanno nulla: "Non siamo a conoscenza delle richieste dei migranti. Ci limitiamo a gestire l'ordine pubblico e per quello che ci riguarda tutto si è svolto in tranquillità".

Bisogna rivolgersi alla Prefettura, dove nella mattinata di lunedì si era tenuto un incontro con i rappresentanti della Cooperativa che ospita i richiedenti asilo: "Le uniche richieste a noi riportate dagli operatori del centro d'accoglienza San Paolo sono relative all'iscrizione anagrafica, ma si è parlato anche di alcuni aspetti legati al cibo della mensa", fa sapere il vicecapogabinetto Riccardo Stabile che si è occupato della questione. E aggiunge: "Dell'abbonamento Sky lo abbiamo letto anche noi sui media".  

Stupisce che il ministro dell'Interno, invece di verificare con le istituzioni locali e far cadere, se non smascherare, la notizia, la rilanci su Twitter accreditandola e rendendola ancora più virale. Insomma, il capo Viminale diffonde una versione che questura e prefettura non confermano.

Contattata telefonicamente, la Cooperativa Cosep di Padova fa sapere di non poterci mettere in contatto né con i referenti della struttura né con i richiedenti asilo e conferma la versione della Prefettura: "Solo richieste relative ai certificati di residenza, necessari per lavorare e ricevere la documentazione relative alle pratiche burocratiche di accoglienza".
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