Cronaca

Migranti, pm di Agrigento domani a Roma per sentire funzionari del Viminale. Salvini: "Interroghino me"

(afp)
Il magistrato Patronaggio è titolare dell'inchiesta sulla vicenda della nave Diciotti ferma nel porto di Catania. Il vicepremier: introdurre procedure di identificazione prima dello sbarco
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PALERMO - Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio sarà domani a Roma per sentire alcuni funzionari del ministero dell'Interno nell'ambito dell'inchiesta sul trattenimento di 150 migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera, ferma da giorni nel porto di Catania. E il vicepremier Matteo Salvini rilancia: "Interrogasse me, non andasse a chiedere lumi a dei funzionari, che svolgono delle direttive che il responsabile dà, cioè io".

"Se questo magistrato vuole capire qualcosa - ha continuato riferendosi alla missione di domani del procuratore Patronaggio - deve evitare i passaggi intermedi. Visto che c'è questo presunto sequestratore, che per qualcuno sarei io, sono disponibile a farmi interrogare domani mattina", ha detto Salvini, intervistato in serata a Zapping su Rai Radio 1. Il vicepremier si è anche detto pronto ad avviare verifiche per individuare i "veri" profughi, prima ancora di far sbarcare le persone sul territorio italiano. "Sto valutando di introdurre procedure di identificazione e riconoscimento dei migranti, per capire se sono profughi o meno, prima ancora che sbarchino".

Nessun passo indietro neppure dopo le critiche ricevute, da ultimo quella del presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché. "Rapina a mano armata, pedofilia, di quali crimini mi devono ancora accusare? Mi hanno dato dello str... oggi, ma per me le denunce di questi chiacchieroni sono medaglie. Io spesso sbaglio anche e ho bisogno di essere corretto, ma è normale che il presidente del Consiglio regionale siciliano trovi il tempo per dare dello str... al ministro dell'Interno? Con tutti i problemi che hanno in Sicilia".

La procura di Agrigento, intanto, procede per sequestro di persona e arresto illegale. Ipotesi di reato che, ha avvertito da subito la procura, potrebbero essere modificate in base a valutazioni normative ancora in evoluzione, vista la complessità del caso. La procura potrebbe contestare anche l'abuso d'uffico o il sequestro di persona a scopo di coazione, introdotto a marzo nel codice penale. L'inchiesta è finalizzata ad accertare se sia legittima o meno la privazione della libertà personale dei profughi in assenza di provvedimenti della magistratura. Se, come ipotizza la Procura, è stato commesso un reato, i magistrati dovranno individuare i responsabili della violazione risalendo nella catena di comando a chi ha impedito lo sbarco.

Nella delega che i pm di Agrigento hanno affidato alla Guardia Costiera c'è proprio un quesito relativo a questo punto, cioè all'accertamento delle responsabilità individuali in considerazione della pluralità dei soggetti coinvolti nella vicenda. Da qui l'esigenza di sentire come persone informate sui fatti i funzionari del ministero dell'Interno che si sono occupati del caso, tra cui il prefetto capo dipartimento per le Libertà civili del Viminale e il suo vice.

L'inchiesta è al momento a carico di ignoti. "Nessun ignoto, indagate me", aveva twittato già due giorni fa Salvini. E ancora oggi, su Facebook: "Per me vengono prima gli Italiani, poi gli altri. Qualche giudice vuole arrestarmi per questo? Nessun problema, lo aspetto". Nel caso in cui fossero individuate responsabilità da parte di esponenti del governo, la palla passerebbe al Tribunale dei ministri. Già mercoledì il procuratore Patronaggio era salito sulla Diciotti per un'ispezione durata oltre un'ora.

Resta da sciogliere anche il nodo della competenza, che dipende dall'individuazione del momento del commesso delitto. Se si dovesse accertare che il divieto che ha limitato in modo illegittimo la libertà di sbarco dei profughi è stato disposto quando la Diciotti era a Lampedusa, sarebbe competente la procura di Agrigento. Se invece si stabilisse che il reato è stato commesso dopo l'individuazione di Catania come porto di transito, quando cioè la nave era già nelle acque della città etnea, legittimati a indagare sarebbero i pm di Catania. Pm che nei giorni scorsi hanno aperto un fascicolo di atti relativi. Non un'indagine vera e propria, ma un accertamento preliminare per verificare l'eventuale commissione di reati.