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Brexit, il Parlamento Ue: "Progressi insufficienti"

Secondo gli eurodeputati non sono stati fatti passi avanti per quanto riguarda i diritti dei cittadini, l'Irlanda e l'Irlanda del Nord e la liquidazione degli obblighi finanziari del Regno Unito

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MILANO - "Progressi insufficienti": il Parlamento europeo boccia l'andamento dei negoziati sulla Brexit, con una risoluzione approvata a larghissima maggioranza dall'aula della plenaria di Strasburgo: 557 i voti a favore, 92 contrari e 29 astenuti. Alla luce di questo netto giudizio, Strasburgo ha chiesto ai capi di Stato e di governo di rinviare la valutazione sui progressi nei negoziati sul divorzio da Londra, che dovrebbe aprire la seconda fase delle trattative sulle future relazioni tra Unione Europea e Regno Unito.

"A meno di una svolta maggiore" nel quinto round di negoziati che si terrà la prossima settimana, il Consiglio europeo dovrebbe "decidere nel suo incontro di ottobre di rinviare la sua valutazione se siano stati fatti progressi sufficienti", dice il testo della risoluzione passata all'Europarlamento. Davanti alla stessa Aula, il capo delle negoziazioni per la Ue, Michel Barnier, ha sostenuto che "restano divergenze serie" con Londra, "in particolare per quanto riguarda il regolamento finanziario: non accetteremo di pagare in 27 ciò che è stato deciso a 28. Ancora non c'è accordo sui punti chiave - ha aggiunto - non abbiamo raggiunto progressi sufficienti per iniziare una nuova fase di negoziati". Dello stesso avviso il presidente Jean-Claude Juncker, che ha ribadito che "non abbiamo ancora fatto il progresso richiesto" aggiungendo che allo stato "non possiamo ancora parlare delle relazioni future".
Michel Barnier, capo negoziatore per la Ue su Brexit, riferisce al Parlamento Ue. Vicino a lui il presidente Jean-Claude Juncker (afp)
Secondo i deputati europei, "nel quarto round di negoziati non sono stati fatti ancora sufficienti progressi sui diritti dei cittadini, l'Irlanda e l'Irlanda del Nord, e l'accordo sugli obblighi finanziari del Regno Unito". Il testo approvato è stato elaborato dal gruppo di coordinamento sulla Brexit dell'istituzione comunitaria e presentato dai capigruppo Guy Verhofstadt (Alde), Manfred Weber (Ppe), Gianni Pittella (S&D), Gabriele Zimmer (Gue/Ngl), Philippe Lamberts e Ska Keller (Verdi) e dalla presidente della commissione per gli affari costituzionali Danuta Hubner.

Questa valutazione da parte degli eurodeputati non conta formalmente nel corso del negoziato, ma è uno snodo sulla strada verso l'accordo, quando questo verrà definit: gli europarlamentari, infatti, dovranno esprimersi con un voto sul testo dell'intesa per la Brexit. Ecco perché le discussioni parlamentari, nella fase del negoziato, hanno peso. Nella riunione del 19-20 ottobre, i ventisette avrebbero dovuto decidere il da farsi sulla base dei risultati della trattativa: a meno che nel 'round' della settimana prossima, la delegazione britannica non cambi rotta, ai leader non resterà che prendere atto della situazione e rinviare la decisione. I britannici premono per procedere.

Su conti del divorzio, il governo britannico ha indicato la cifra di 20 miliardi di euro per la fase di transizione: i conti che circolano a Bruxelles indicano che la chiusura della partita finanziaria, per far fronte ai pagamenti comunemente decisi che si spalmano nel tempo, implica una fattura non inferiore a 60 miliardi. Il parlamento Ue indica poi delle "'linee rosse" che non possono essere valicate. Intanto i diritti dei cittadini europei: secondo gli eurodeputati ci sono già delle discriminazioni che "hanno ripercussioni sulla vita quotidiana, che limitano l'esercizio effettivo dei diritti". Quanto alla transizione chiesta da Theresa May per dare tempo al Regno Unito di prepararsi all'effettiva uscita dalla Ue (due anni dopo la data di Brexit, cioè fine marzo 2019), secondo il Parlamento Ue "deve avvenire sotto il regime del quadro normativo comunitario" e sotto la giurisdizione della Corte di Giustizia europea.

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