Economia

Ecco chi è Marco Carrai, l'uomo che sussurra a Renzi

È sempre stato al fianco del leader del Pd, dopo aver esordito in politica con Silvio Berlusconi. Tuttora è socio del figlio di Berlusconi, Luigi. Molti incarichi in partecipate del comune di Firenze e un forte attivismo nella raccolta fondi per Renzi

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ROMA - Marco Carrai è l’uomo che sussurra a Renzi, schivo e riservato, ma sempre chiamato in causa quando si parla di affari e interessi. Lui, cattolico e fiorentino, ha dimestichezza coi soldi. Ha collezionato partecipazioni azionarie e presidenze di municipalizzate, società e consigli di amministrazione: e da quando nel 2009 l’amico Matteo è diventato sindaco non si è più fermato. Con Renzi a Palazzo Chigi è stato ad un passo dall’essere nominato a capo del team per la sicurezza digitale del Paese. Ed è finito in un polverone mediatico perché Renzi usava la casa affittata da Carrai a Firenze a titolo gratuito. “Quella era la casa che io avevo affittato per me, a volte ospitavo Matteo. Rispettando il codice civile, lì ha preso la residenza. È stato detto che in cambio mi ha nominato Ad di Firenze Parcheggi. Peccato che lo fossi già da tempo, indicato dai privati per sanare l’azienda”, ha spiegato Carrai.

La sua storia parte dal cuore del Chianti, a Greve, dove la famiglia ha un’azienda di rivendita del ferro, un’altra di materiale per l’edilizia, infine investimenti immobiliari riusciti, il benessere. Papà ex giocatore di calcio nelle giovanili della Fiorentina, mamma figura forte della famiglia e cattolicissima, nella Toscana rossa i Carrai sono conosciuti per essere moderati, democristiani, fieramente anti-comunisti. Nessuno a Greve si stupisce quando nella campagna elettorale del 1994, tracollato lo Scudocrociato, il 19enne Marco al primo voto politico si impegna nei club della nascente Forza Italia di Silvio Berlusconi. Dura poco, pochissimo, perché ad attendere Carrai c’è il Ppi che si è separato dalla fazione di Rocco Buttiglione, punta sul centrosinistra e sull’Ulivo di Romano Prodi e ha trovato a Firenze un segretario provinciale ragazzino che nel ’94 aveva frequentato le tv berlusconiane da concorrente della “Ruota della fortuna” di Mike Bongiorno: Matteo Renzi. Con Berlusconi, Luigi, però, è socio d’affari in una società di analisi dei dati del web.
 
Nel Ppi e poi nella Margherita Renzi è il segretario, Carrai è il braccio organizzativo. Quando Matteo, nel 2004, viene eletto presidente della Provincia di Firenze, Marco è il suo capo segreteria. Nel frattempo è entrato a Palazzo Vecchio come consigliere comunale della Margherita, eletto con le preferenze assicurate da Comunione e liberazione e dalla Compagnia delle Opere che in Toscana è presieduta da Paolo Carrai e da Leonardo Carrai, alla guida del Banco alimentare, altra opera ciellina: i cugini di Marco. Nel capoluogo della Toscana rossa si costruisce un profilo cattolico e teo-con che promette bene. Ma nel giugno 2009, quando l’amico Renzi schianta l’apparato Ds alle primarie di Firenze e poi viene eletto sindaco, Carrai si ritira dalle polemiche, dalla politica, dai riflettori. E comincia, a soli 34 anni, la sua seconda vita di uomo d’affari. Pubblico e privato.
 
Consigliere del sindaco (a titolo gratuito), poi amministratore delegato di Firenze Parcheggi, partecipata del Comune, in quota Monte Paschi di Siena, membro dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che è azionista di Banca Intesa, regista della nomina alla presidenza di Jacopo Mazzei. Siede nel cda del Gabinetto Vieusseux, tra le più importanti istituzioni culturali cittadine, infine è presidente di Aeroporti Firenze. Intanto coltiva i suoi interessi: il fratello Stefano Carrai è in società con l’ex presidente della Fiat Paolo Fresco nella società Chiantishire che tenta di mettere su un gigantesco piano di appartamenti, resort, beauty farm nella valle di Cintoia, a Greve, bloccato dal Comune.
 
Fresco è tra i finanziatori della campagna per le primarie del 2012 di Renzi, con 25 mila euro, insieme al finanziere di Algebris Davide Serra. A raccogliere i fondi a nome della fondazione Big Bang c’è sempre Carrai. Amico degli amici del sindaco: nel cda della scuola Holden di Alessandro Baricco, immancabile oratore alla Leopolda, e vicino a Oscar Farinetti di Eataly. L’uomo del governo israeliano, per alcuni («Ho da fare a Tel Aviv», ripete spesso), di certo vicino agli americani di ogni colore. Frequenta con assiduità Michael Ledeen, l’animatore dei circoli ultra-conservatori del partito repubblicano, antica presenza nei misteri italiani, dal caso Moro alla P2. È in ottimi rapporti con l'ambasciatore Usa in Italia John Phillips, amante del Belpaese e della Toscana, proprietario di Borgo Finocchietto sulle colline senesi.