Economia

Troppa ressa al supermercato: il governo francese ordina lo stop alle promozioni sulla Nutella

L'intervento del ministro dell'Economia Le Maire contro la catena Intermarché, che nei giorni scorsi aveva lanciato una grossa promozione sulla crema spalmabile, causando caos e disagi: "Gli ho detto che l'offerta non poteva essere rinnovata"

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MILANO -  Stop alle promozoni sulla Nutella nei supermercati Intermarché. È stato direttamente il governo francese a chiedere l'interruzione dell'offerta sulla crema spalmabile che  la scorsa settimana aveva causato lunghe code e risse nei negozi. "Ho ricevuto il direttore di Intermarché ieri", ha dichiarato a radio Rtl il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire, invitando a non "banalizzare" sull'accaduto. La catena di supermercati aveva lanciato una promozione del 70% sui barattoli da 950 grammi del prodotto Ferrero.

"Gli ho detto che (la promozione, ndr) non si poteva rinnovare. Non si può avere scene simili ogni mattina alle 4 in Francia", ha aggiunto l'inquilino di Bercy. "C'è un accordo - ha ricordato Le Maire - firmato da Intermarché e altri distributori per non fare questo genere di promozione. Dovrebbero mantenere la parola".


Oggi deve essere presentato un progetto di legge per rafforzare le regole sulla grande distribuzione. Tra le misure figura un inquadramento delle promozioni nei supermercati e un aumento del 10% della soglia di dumping. Il prezzo dei barattoli di Nutella, durante la promozione di Intermarché era sceso a 1,41 euro, contro i 4,50 euro a cui è venduto normalmente. La direzione generale della concorrenza, del controllo dei consumatori e del controllo delle frodi (Dgccrf), un'agenzia del governo francese, aveva annunciato lunedì di aver avviato un'indagine su questa operazione. "La fiducia va bene, il controllo è molto meglio", ha sottolineato Le Maire riferendosi all'operazione di Dgccrf. Ferrero, la società che produce Nutella, ha dichiarato che la decisione di applicare lo sconto è stata presa "unilateralmente" da Intermarché e ha rischiato di creare "confusione e delusione" nei consumatori.