Economia

Telecom, Elliott entra in campo contro Vivendi e acquista il 6%

Il fondo americano ha rastrellato azioni del colosso telefonico e vuole pesare nel cda presentando un proprio piano industriale. Il fulcro del pian sarebbe estrarre valore dalle attività in Brasile. Una mossa che potrebbe condizionare lo scontro Berlusconi-Vivendi: si tratta degli stessi investitori che hanno finanziato l’acquisto del Milan
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MILANO - Un nuovo soggetto scende in campo nella sfida per il controllo di Telecom. La Elliott management del finanziere Paul Singer ha acquistato il 6% di azioni di Telecom, con l'obiettivo di contrastare la gestione di Vivendi e presentare un proprio piano industriale. Lo confermano fonti finanziarie contattate da Repubblica.

In proposito, il fondo Elliott su richiesta della Consob, ha precisato di avere "un interesse in azioni ordinarie e di risparmio di Tim" ma che la quota "in azioni ordinarie è tale che non eccede, ad oggi, il limite oltre il quale deve essere resa nota in base alla legge italiana", vale a dire il 5%. "Sebbene Elliott potrebbe aumentare ulteriormente il suo interesse in Telecom Italia", precisa un portavoce, "non sta cercando e non cercherà di prendere il controllo" del gruppo di tlc.

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Elliott è convinto che la sua ricetta per l'ex monopolista della rete sia di quelle capaci di coagulare più voti di quanti detenuti in mano dal colosso francese, che possiede una quota del 23,9%. Sono molti gli investitori istituzionali di Telecom, circa il 40% del capitale, che da mesi mostrano scontento sulla gestione francese e sui conflitti di interesse tra Vivendi e Mediaset, partecipata dai francesi al 29,9%. Già nel dicembre 2013 l'azionista Marco Fossati aveva chiamato l'assemblea per cambiare il management, ma grazie ai voti dei fondi  e di Telco non era riuscito nell'intento.

Il pacchetto di azioni rastrellate sarebbe tale da permettere al nuovo socio di avere voce in capitolo nella nomina di consiglieri d'amministrazione e impostare una differente condotta del gruppo telefonico. Il quorum per chidere la revoca e presentare una propria lista è del 5%.
"Da investitore di Telecom Italia - fanno sapere fonti vicine al fondo americano - Elliott ha speso tempo e risorse negli ultimi mesi per analizzare il gruppo e le sue alternative strategiche. Secondo Elliott, la governance, la valutazione, la direzione strategica e le relazioni con il governo italiano" di Tim "andrebbero migliorate sostituendo alcuni membri del cda con nuovi, completamente indipendenti e altamente qualificati amministratori". Il fondo "sta valutando di fare dei passi per raggiungere questo obiettivo".

Uno dei fulcri della strategia di Eliott è di estrarre valore dal Brasile, area che conoscono a fondo. Nel Paese, Telecom Italia controlla il secondo operatore Mobile, TIM Participacoes, e potrebbe mettere insieme fle forze con l'ex operatore pubblico OI che lo scorso gennaio ha firmato il concordato per la ristrutturazione del debito.

La notizia arriva non a caso a ridosso del voto, anche se la mancanza di un governo stabile potrebbe rendere più difficile qualsiasi scalata, e in un giorno importante per l'azienda. L'ad Amos Genish oggi annuncia il suo piano industriale per rendere Telecom "Great Again". Piano che, al momento, è al vaglio del consiglio di amminstrazione.

Elliott management, tra l'altro, ha finanziato gli acquirenti cinesi del Milan, investendo 303 milioni di euro che dovranno essere restituiti nel prossimo ottobre con interessi per altri 50 milioni di euro o la perdita del controllo della società rossonera. Ma non è l'unica operazione del fondo creato da Paul Singer, che ha investimenti per circa 34 miliardi di dollari e punta alla gestione delle aziende in cui entra come socio di capitale.