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Condono impossibile: solo il 5% delle cartelle è recuperabile

Nel magazzino fiscale italiano ci sono debiti non pagati per oltre mille miliardi. Ma di questi solo 51 miliardi sono di fatto ancora recuperabili, almeno in parte. Per finanziare la Flat tax servono invece 60 miliardi in due anni. E dunque una massa di cartelle da condonare tra 240 e 1.000 miliardi
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ROMA - L’idea di coprire la Flat tax con un super condono rischia di naufragare prima di partire. Perché nel magazzino fiscale italiano ci sono cartelle per 1.058 miliardi di euro. Ma solo il 5% di questa immensa cifra è davvero “lavorabile” e dunque almeno in parte recuperabile. Parliamo di 51 miliardi. I numeri tra l’altro – rivelati nel 2016 dall’allora direttore di Equitalia ora numero uno dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, in un’audizione al Senato – nel frattempo potrebbero essere anche più bassi. Per via delle due rottamazioni avviate dal governo Renzi prima e Gentiloni poi.
 
La “pace fiscale” della Lega – così la definisce il senatore Armando Siri, consigliere economico di Salvini – dovrebbe invece permettere a imprese, famiglie, commercianti di chiudere i conti con il Fisco pagando il 25%, il 10% o il 6% dei debiti accumulati fino al 2015, a seconda delle condizioni economiche di ciascuno. Il gettito atteso sarebbe di 35 miliardi nel 2018 e 25 miliardi nel 2019: ben 60 miliardi in due anni. Un incasso stratosferico che necessiterebbe debiti da condonare tra 240 e 1.000 miliardi. Massa che esiste solo sulla carta.
 
Il motivo lo spiega lo stesso Ruffini, nell’audizione di due anni fa. Il 20% di quei 1.058 miliardi è stato annullato dagli stessi enti creditori, perché ritenuto non dovuto dai contribuenti, per decisioni dell’autorità giudiziaria o a seguito di provvedimenti in autotutela. Dei restanti 841 miliardi, oltre un terzo è difficilmente recuperabile (soggetti falliti, persone decedute, imprese cessate, nullatenenti). Se poi si sottraggono anche i debiti per cui invano si sono tentate azioni esecutive, alla fine restano 51 miliardi, il 5% del carico iniziale.
 
E dunque come coprire il mancato gettito che deriverebbe dall’introduzione in Italia della Flat tax, con le due aliquote del 15% e del 20%? La soluzione non è chiara. “L’imposta piatta di sicuro penalizza i ceti medi e sgrava i ricchi”, ragiona Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze nei governi Prodi e D’Alema. “E il condono, ammesso che ci siano cartelle sufficienti, è comunque una copertura una tantum. Scommettere su un successivo rialzo del Pil di due punti è un’idea che non sta in piedi. Non esiste sul piano scientifico. Il Pil cresce solo con investimenti ad alto moltiplicatore. In ogni caso, l’idea di un condono è ignobile. E manda in soffitta tutta la lotta per la legalità portata avanti dai Cinque Stelle. Come fanno a sottoscrivere un accordo di questo tipo?”.