Economia

Il doppio colpo di Enel: paga caro, ma vince la battaglia industriale e politica con Iberdrola

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Era una gara da vincere a qualunque costo. E così è stato: pur di conquistare Electropaulo, la società di distribuzione dell'energia elettrica nell'area metropolitana di San Paulo del Brasile, una delle megalopoli mondiali con i suoi 12 milioni di abitanti (e potenziali clienti, a cui si aggiungono industrie e attività commerciali), il gruppo Enel non ha badato a spese. L'offerta finale da quasi 1,8 miliardi (la più grande operazione di una società italiana all'estero dell'anno) valorizza l'utility sudamericana il 138 per cento in più di quanto valesse in Borsa quando la contesa è partita. Per cui la domanda è d'obbligo: come farà Enel a rientrare dal suo investimento e perché non ha guardato al prezzo pur di aggiudicarsi l'asta per Electropauolo?

Non è tanto un problema di solidità patrimoniale. Enel è il primo gruppo per capitalizzazione di Piazza Affari, ha approfittato della stagione di tassi a livello quasi zero per rifinanziarsi raggiungendo un livello tra debito e reddittività pari a 2,5 volte. Secondo fonti vicine alla società, le operazioni condotte sul rifinanziamento metterebbero la società al sicuro anche di fronte a eventuali turbolenze sui mercati nei prossimi mesi.

Ma non è questo il punto principale. Semmai come giustificare davanti agli azionisti un ritorno economico dopo aver offerto, nel rilancio finale, il 10 per cento in più dei rivali, il gruppo spagnolo Iberdrola, con una maggiorazione del 40 per cento rispetto all'offerta precedente. L'ultimo rilancio partiva da un testa a testa fra Enel e Iberdrola, con gli italiani che avevano offerto 32,2 reais (la moneta locale), contro i 32,1 degli iberici. L'altra notte, quando in Brasile si sono aperte le buste, si è scoperto che Enel era arrivata a 45,22 reais, mentre Iberdrola si era fermata a 39,53.

Secondo quanto l'ad Francesco Starace ha spiegato in questi mesi alla sua prima linea, Enel sarà in grado di "estrarre valore" da Electropaulo sfruttando la sua esperienza sulle reti, che l'ha portata a essere uno dei leader mondiali del settore per numero di chilometri di "cavi" gestiti e tra i primi a digitalizzare completamente la rete. Con l'acquisizione del gruppo brasiliano (se i soci consegneranno almeno il 50 per cento più una azione all'Opa che ora verrà lanciata), Enel diventa senza più dubbi il primo operatore globale e grazie alle dimensioni ritiene di applicare sinergie tali e un ammodernamento alla rete brasiliana che consentirà negli anni di recuperare quanto speso.

Ma oltre al dato economico, c'è un aspetto politico. Enel, dopo l'acquisizione di Endesa e grazie a una serie di operazioni negli ultimi 6-7 anni in sud America è diventato il numero uno dell'area. Un primato che difende in tutti i modi: nelle rinnovabili partecipando e aggiudicandosi le aste per fotovoltaico ed eolico, dal Cile al Peru dallo stesso Brasile alla Colombia. Nella distribuzione di energia, con questo colpo, non solo consolida la sua prima posizione, ma impedisce a un concorrente il possibile sorpasso. Anzi, ne frustra le ambizioni per qualche tempo, visto che in giro per il mondo gare di queste dimensioni non ce ne sono altre. Una competizione, quella tra Enel e Iberdrola che ha il suo cuore in Spagna (per via di Endesa), prosegue in Europa (dove Enel ha davanti solo i francesi di Edf, con Iberdrola al terzo posto) e si allunga fino in Sud America. Come dice la pubblicita', vincere certe gare non ha prezzo.