Economia

Dazi, nuovo braccio di ferro Usa-Cina: Trump impone tasse su altri 200 miliardi di importazioni

Donald Trump (ap)
Dopo le rappresaglie di Pechino, la Casa Bianca rincara la dose. E i mercati asiatici reagiscono al ribasso: la guerra protezionistica rischia di far deragliare la crescita mondiale
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NEW YORK - Vediamo chi resiste più a lungo: il braccio di ferro Usa-Cina sui dazi non accenna a fermarsi. Dopo le rappresaglie cinesi, Donald Trump rincara la dose: è pronto a sferrare un'altra ondata di tasse doganali punitive, su un ammontare aggiuntivo di 200 miliardi di dollari di importazioni made in China. Questo porterebbe a 250 miliardi il totale delle vendite cinesi sottoposte alle nuove tasse. L'annuncio arriva in serata, dopo una giornata che era stata dominata dall'altro tema "sovranista", quello dell'immigrazione. E già i mercati asiatici reagiscono con nuovi ribassi, perché la guerra protezionista minaccia di far deragliare la crescita mondiale.

"Venerdì scorso - inizia la dichiarazione di Trump diramata dalla Casa Bianca in serata - annunciavo i dazi su 50 miliardi di importazioni dalla Cina. Questi dazi vengono introdotti per spingere la Cina a cambiare i suoi comportamenti scorretti sulla tecnologia e l'innovazione (cioè il furto sistematico di know how e proprietà intellettuale, ndr). Sono anche un primo passo per riequilibrare la nostra relazione commerciale. Purtroppo la Cina ha reagito con dazi su 50 miliardi di esportazioni americane. A quanto pare la Cina non ha l'intenzione di modificare le sue pratiche scorrette, e invece minaccia aziende, lavoratori e agricoltori americani che non hanno fatto nulla di male. Siamo noi in una situazione di svantaggio permanente e ingiusto, che si riflette nel disavanzo commerciale di 376 miliardi. Questo è inaccettabile. Si rende necessaria una nuova azione per spingere la Cina ad aprire il suo mercato. Pertanto, oggi ho dato ordine al responsabile del Commercio estero di identificare un elenco di altre importazioni dalla Cina per un valore di 200 miliardi annui, a cui si applicheranno dazi aggiuntivi del 10%".

Se il copione è quello già visto negli ultimi giorni, anche questa volta Pechino reagirà con delle contromisure di eguale valore. E infatti il ministero del Commercio di Pechino, in una nota, definisce un "ricatto" l'iniziativa annunciata da Trump. Ci sono dei limiti però alla capacità cinese di reagire. Intanto, in molti settori i dazi cinesi sono già da tempo al 25%, cioè in tempi normali sono identici a quei "superdazi" che Trump aveva introdotto solo la settimana scorsa. Inoltre in una spirale delle ritorsioni ha più da perdere chi esporta di più, cioè la Cina.