Economia

Dazi, la Cina risponde agli Usa e attacca Trump: "Bullismo economico"

(ap)
 Via a misure su 34 miliardi di prodotti, lo stesso valore colpito dalle tariffe Usa
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MILANO - Gli Stati Uniti hanno imposto dazi per 34 miliardi di dollari sull'import cinese con una mossa da "bullismo commerciale" che ha dato il via alla più grande guerra degli scambi nella storia economica. Non ha usato mezze parole il Ministero del Commercio cinese, che in una nota diffusa nel giorno dell'entrata in vigore del pacchetto voluto da Donald Trump assicura che la Cina "deve contrattaccare".

Dal Ministero non sono arrivate indicazioni precise, ma a stretto giro l'amministrazione Generale delle Dogane cinese, citata dal quotidiano China Daily, ha reso noto di avere avviato tariffe di rappresaglia nei confronti degli Stati Uniti della stessa portata di quelle avviate oggi dagli Usa su oltre ottocento prodotti di importazione cinese. Merci per un valore complessivo di 34 miliardi, dunque, anche in questo caso.

Andiamo con ordine in questi botta e risposta commerciali. Oggi a mezzogiorno di Washington scattano i dazi all'import Usa su beni cinesi per 34 miliardi di dollari. L'entrata in vigore dei dazi Usa, che riguardano 818 prodotti tecnologici cinesi, compresi componenti auto, dell'aerospazio e strumentazioni mediche, è confermata sul sito del Customs and Border Protection. Dalla Cina provano a rintuzzare sui possibili impatti di una guerra commerciale, definiti "limitati" dalla Banca centrale, se si considera che l'imposizione di tariffe su beni cinesi per un valore di 50 miliardi di dollari inciderebbe in modo negativo sul Pil del Paese per un -0,2%.

Fin da subito la Cina si è comunque detta pronta a reagire, colpendo 545 prodotti americani, dai Suv alla soia, dal pesce a petrolio. E come preannunciato, nel giorno delle misure americane anche quelle cinesi sono state ufficializzate per andare a deprimere soprattutto settori come agro-alimentare e automobilistico, anche in questo caso per un valore complessivo di 34 miliardi di dollari. La contromisura si attiva allo stesso orario dei dazi Usa e per il Ministero del Commercio di Pechino è un "necessario contrattacco" alla misura commerciale intrapresa da Washington.

Lo scacchiere commerciale globale resta teso. Proprio ieri l'Europa ha fatto scattare le misure di salvaguardia contro le tariffe che Trump ha imposto su acciaio e alluminio. Ma alle porte si vede tutt'altro che una distensione. La Casa Bianca ha allo studio altre misure contro la Cina per 16 miliardi di dollari che saranno varate dopo un'audizione fissata per il prossimo 24 luglio. Complessivamente i dazi americani sulle importazioni cinesi arriverebbero così ai 50 miliardi di dollari annunciati da Trump lo scorso maggio quando ha accusato Pechino di violare la proprietà intellettuale e attuale politiche che penalizzano gli Stati Uniti. Ma con le misure di ritorsione annunciate dai cinesi, a questo punto scattate, Trump ha già minacciato di andare ancora oltre: tariffe del 10% su importazioni da Pechino per altri 400 miliardi. Secondo alcuni resoconti di stampa, proprio oggi dall'Air Force One diretto in Montana, il presidente avrebbe minacciato un valore complessivo di 500 miliardi di scambi da colpire. Facendo il punto della situazione coi giornalisti, ha detto: "Vedrete poi altri (dazi da) 16 miliardi tra due settimane, poi come sapete ci saranno altri 200 miliardi e dopo altri 200 miliardi, ancora altri 300 miliardi. Ok? E questo è solo sulla Cina".

La commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmstroem, ha definito uno "sviluppo preoccupante" l'escalation sui dazi tra Stati Uniti e Cina. Secondo Malmstroem, le misure annunciate in queste ore saranno "chiaramente dannose" per l'economia mondiale. "Le guerra commerciali sono negative e non facili da vincere", ha scritto Malmstroem su Twitter. E intanto un nuovo capitolo nella guerra commerciale lo ha scritto la Russia che ha introdotto dazi su una serie di prodotti americani, in risposta alle tariffe imposte da Washington su acciaio e alluminio: "Le misure di compensazione sono state decise sotto forma di tasse doganali supplementari sull'importazione che vanno dal 25 al 40% del prezzo dei beni", si legge in un comunicato del ministro russo dell'Economia Maxime Orechkine.