Economia

Fs, il cda contro Toninelli: "Rispettato lo Statuto"

Il ministro Danilo Toninelli e l'ad di Fs Renato Mazzoncini (ansa)
Il ministro ha chiesto la decadenza dell'intero cda, partendo dalla violazione della clausola etica dello Statuto, in quanto l'ad Renato Mazzoncini è stato rinviato a giudizio per truffa per il caso di Umbria Mobilità
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MILANO - Il consiglio di amministraziopne delle Ferrovie non ci sta e risponde al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che due giorni fa ha licenziato via Facebook tutti i consiglieri. "In riferimento a quanto dichiarato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Cda di Ferrovie dello Stato Italiane ribadisce di essersi attenuto strettamente e diligentemente alle previsioni dello Statuto". E' quanto si legge in una nota del cda di Ferrovie nella quale si precisa che la precisazione è "a tutela della reputazione e della professionalità del Consiglio, evidenziando che ove si proseguisse in similari affermazioni lesive della dignità del Consiglio, saranno attivate le occorrenti azioni di tutela previste dalle norme vigenti".
Lo scorso 25 luglio il ministro aveva scritto sul social network di aver firmato "la decadenza dell'intero cda di Fs per chiudere con il passato". Il consiglio della società, compreso l'ad Renato Mazzoncini in scadenza a primavera 2018, era stato rinnovato a fine 2017 dal governo Gentiloni. Il ministro Toninelli, invece, ha cavalcato una norma dello statuto per far decadere gli attuali vertici. Il riferimento è alla clausola etica in cui c'è scritto che "costituisce causa di ineleggibilità o decadenza per giusta causa, senza diritto al risarcimento danni, dalle funzioni di amministratore, l'emissione a suo carico di una sentenza di condanna, e fatti salvi gli effetti della riabilitazione" per i delitti previsti "dalle norme che disciplinano l'attività bancaria, finanziaria, mobiliare, assicurativa e dalle norme in materia di mercati e valori mobiliari, di strumenti di pagamento" nonché "dalle norme che individuano i delitti contro la Pa, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, l'ordine pubblico, l'economia pubblica ovvero in materia tributaria". E "costituisce causa di ineleggibilità l'emissione del decreto che disponga il giudizio" o giudizio immediato per quei delitti, "senza che sia intervenuta una sentenza di proscioglimento anche non definitiva" il caso di "una sentenza di condanna definitiva che accerti la commissione dolosa di un danno erariale". L'amministratore delegato di Fs Mazzoncini è stato rinviato a giudizio con l'accusa di truffa per irregolarità nell'inserimento nella banca dati dell'osservatorio sul trasporto pubblico locale del ministero del trasporti dei dati dei ricavi da traffico di Umbria Mobilità per la concessione di contributi alla regione Umbria.

Circa la decadenza del cda Fs, fonti del ministero precisano che "la 'mancata osservanza' della clausola etica, riguardo la posizione dell'amministratore delegato, non fa riferimento ad alcun atto contra legem da parte dell'organo amministrativo che ha comunque operato secondo prerogative del tutto legittime".

Il consiglio, con una nota, ha oggi voluto ribadire la propria posizione e il proprio comportamento. "Secondo lo Statuto - recita la nota del consiglio di Fs - il CdA può far decadere l'amministratore per l'esistenza di un rinvio a giudizio o, come in questo caso, rimettere all'Assemblea la proposta di permanenza in carica dell'Amministratore stesso, per salvaguardare il preminente interesse della Società. Pertanto il CdA non ha operato alcun aggiramento delle norme statutarie, bensì ha agito nel pieno rispetto delle stesse e delle proprie prerogative, sotto la vigilanza degli organi di controllo che assistono alle sedute consiliari".