Economia

Concessioni autostradali, governo prepara esposto per danno erariale. Di Maio: "Paghino ex ministri"

Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli 
Ponte Morandi, Toninelli sulla ricostruzione: "Follia darla ad Autostrade, metta i soldi ma ci pensiamo noi". Cdp e Fincantieri? "E' una strada. Il governo è compatto: no nazionalizzazioni a tappeto, ma basta speculare sulla sicurezza". Il vicepremier: "Clamoroso regalo ai Benetton". Venerdì i cda di Aspi e Atlantia
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MILANO - Il governo si prepara alla battaglia legale con Autostrade, la controllante Atlantia della famiglia Benetton e gli esecutivi artefici delle privatizzazioni e dei meccanismi delle concessioni autostradali. Dopo gli annunci via social network del vicepremier Luigi Di Maio, fonti di Palazzo Chigi confermano che presto alla Corte dei Conti arriverà un esposto per danno erariale contro i passati governi che hanno sostenuto la concessione ad Autostrade: sarà presentato tra "pochi giorni", riporta Radiocor. Di Maio ha già preparato il terreno con gli avvocati e - secondo quanto si fa filtrare - ci sono i margini per presentare l'esposto per danno erariale al procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio che è quello competente.

Di Maio aveva anticipato la mossa in un intervento critico nel Blog 5 Stelle, da dove era tornato sul tema degli allegati resi pubblici ieri da Autostrade, da cui sono emerse clausole molto vantaggiose per l'azienda per l'esercizio della rete a pedaggio. "Da oggi, con dieci anni di ritardo, tutti gli italiani sanno che la concessione di autostrade ai Benetton è stata un regalo clamoroso che ha consentito loro di fare gli imprenditori non con il loro capitale, ma con quello dei cittadini", attacca Di Maio. "Il contratto prevedeva infatti una rendita garantita del 7%: una rendita spropositata!". "E' ora  - ha aggiunto il vice presidente del Consiglio - che tutti i ministri che hanno autorizzato questa follia paghino di tasca propria. Se chi ha fatto la concessione regalo ad Autostrade e chi non l'ha annullata ha causato un danno alle casse dello Stato sarà denunciato alla Corte dei conti per danno erariale: siamo già al lavoro per questo". Parole che si sono subito fatte sentire sull'andamento negativo di Atlantia - la società attraverso cui la famiglia Benetton controlla Autostrade per l'Italia - a Piazza Affari.

IL RENDIMENTO
Proprio sui rendimenti offerti dalla Concessione, Autostrade ha voluto precisare in una nota che il rendimento lordo del 10,21% emerso dai documenti resi noti ieri "remunera solo gli investimenti richiesti dallo Stato dopo il 2008, che oggi sono di importo trascurabile. Tale remunerazione ha avuto dunque un impatto irrilevante sulle tariffe (meno di 0,05% all'anno dal 2008 ad oggi)". L'azienda aggiunge che "per il quinquennio 2018-2022, la proposta di aggiornamento del Piano Finanziario presentato da Autostrade in applicazione della direttiva Cipe prevede una remunerazione al 7,30% lordi, che corrisponde a un 5% dopo le tasse".

LA RICOSTRUZIONE
Intanto a Genova si apettano ancora i piani concreti per togliere la città dall'impasse. "Autostrade i soldi li mette, ma lo ricostruiamo noi il ponte". Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, conferma a Radio Anch'io la strada che il governo intende seguire per la ricostruzione del Ponte Morandi, rimasto mozzato e sospeso sul capoluogo ligure dopo il tragico crollo che ha causato 43 vittime. All'indomani dell'audizione nella quale ha detto di voler rivedere in toto il sistema delle concessioni, il ministro ha spiegato in radio: "Che Autostrade debba ricostruire il ponte è scontato in termini risarcitori. Sugli immani danni morali e civili è normale che debba mettere i soldi, ma è altrettanto normale che non possa ricostruire. Sarebbe irrispettoso nei confronti delle famiglie e dei cittadini".

Secondo il titolare del Mit sull'opera "deve esserci il sigillo, il collaudo e il progetto dello Stato". Dal canto suo "Autostrade - ha spiegato Toninelli - aveva per termini di convenzione e di contratto con lo Stato l'obbligo di mantenere le infrastrutture di cui era formalmente proprietaria per la durata della concessione diretta che lo Stato  gli aveva dato. Dovrà quindi risarcire il danno". Il governo, ha chiarito Toninelli, respingerà quindi il piano di ricostruzione del ponte Morandi che sarà presentato da Autostrade per l'Italia. Il cui cda, insieme a quello della controllante Atlantia, si riunirà venerdì: sul tavolo le relazione che Aspi deve inviare al governo come risposta alla lettera con cui l'esecutivo ha avviato l'iter di revoca della concessione.
Ma chi si occuperà allora di rifare il viadotto? Affidare la ricostruzione a  Fincantieri - che ha dato la sua disponibilità tecnica - e Cdp, ha aggiunto, è una strada ma la decisione spetta al "Governo che è compatto sul non permettere più a privati di speculare utilizzando risorse pubbliche", ha detti Toninelli.

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Per il ministro consentire ad Autostrade di ricostruire il ponte "sarebbe una follia, sarebbe irrispettoso nei confronti dei familiari delle vittime. Ma che senso di sicurezza potremmo dare - ha osservato - a far costruire il ponte a chi l'ha fatto crollare?".
Le parole degli esponenti del governo sono destinate a riaccendere lo scontro tra M5s e centrodestra sulla ricostruzione del viadotto. Già nelle scorse ore tra il vicepremier Luigi Di Maio e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti si è scatenato un botta e risposta a suon di tweet. Di Maio ha infatti proposto su Facebook di affidare i lavori a Fincantieri, riservando come ha detto Toninelli ad Atlantia solo il compito di dare finanziamenti. Viceversa per Toti l'interlocutore per la ricostruzione del ponte è, in primo luogo, la stessa Autostrade.

Il ministro dei Trasporti ha tentato di prevenire la bagarre dicendo oggi che il "governo è compatto sul non permettere più ai privati di speculare sulla sicurezza. Ho parlato con Di Maio e Salvini, le nazionalizzazioni non vengono fatte a tappeto. Ci sono casi molto chiari come la A10, in cui una struttura è stata fatta con i soldi dei cittadini italiani e data ai privati che hanno fatto immani guadagni. Il paradosso è che il non aver fatto investimenti ha permesso ai privati di tenere per il collo lo Stato, obbligandolo a prorogare le concessioni dietro promessa di investire".