Economia

RAPPORTO

L’India non è la Cina classe media cercasi

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<p>[ L’ANALISI] È UNA NAZIONE GIOVANE E CON UNA FORTE CRESCITA DEMOGRAFICA. MA TUTTO CIÒ SARÀ INUTILE SE NON VERRÀ RAGGIUNTO L’OBIETTIVO DELL’INCREMENTO DEI REDDITI E, DI CONSEGUENZA, DEI CONSUMI Parigi L ’India non è la nuova Cina. È questo il punto di partenza per selezionare con successo titoli azionari in India. È un Paese giovane: 70 anni fa, al momento dell’indipendenza, molti pensavano che la vastità e le differenze culturali avrebbero reso il Paese ingovernabile. Considerando tale scenario, l’India è in realtà cresciuta piuttosto bene. La maggiore opportunità, ma anche la maggiore sfida, in India è la sua popolazione giovane e in crescita. È il trend demografico, infatti, a guidare la crescita. Tuttavia, se il Paese non dovesse riuscire a entrare nel cluster di nazioni con redditi più elevati creando più lavoro e sostenendo la crescita della classe media, il “dividendo” demografico si rivelerebbe più una bomba ad orologeria. Il Primo ministro Modi ha fronteggiato la questione con decisione. Ha stimolato gli investimenti infrastrutturali, lottato contro la corruzione e optato per leggi favorevoli agli investitori. La Cina, dall’altro lato, è tra i Paesi più innovativi al mondo con infrastrutture di prima qualità. Per questo le opportunità di selezione di titoli sono diametralmente opposte tra i due mercati, come ad esempio nelle utility. Le reti di luce e gas necessitano di essere ampliate per servire una popolazione in aumento. Le società indiane Power Grid e GAIL, i due principali provider della rete, offrono una crescita e un RoI elevato garantito dallo Stato indiano, prezzi di monopolio e ricavi ricorrenti. Le valutazioni sono contenute mentre la crescita degli utili è visibile e dinamica. Questa è l’India nella quale si vuole investire, una panacea per gli stockpicker. *gestore del fondo Comgest Growth India Bhuvnesh Singh gestore del fondo Comgest Growth India </p>