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Quella voglia di nuovi marchi La Cina guida l’offensiva

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<p>Massimo Nascimbene Milano C inquanta. Tanti sono i marchi presenti sul mercato italiano dell’auto. Il che, usando la classica semplificazione statistica che assegna mezzo pollo a testa sia a chi ne mangia uno intero sia a chi resta a digiuno, equivale a una media di 100 mila vetture l’anno ciascuno. Naturalmente la realtà è ben diversa, con i primi dieci che controllano i due terzi del mercato e ben 17 marchi che navigano al di sotto dello 0,3%, che vuol dire vendere meno di 7 mila macchine l’anno. E non si tratta solo di chi propone supercar da 100 mila e passa euro. In ogni caso, dovrebbe essercene abbastanza per soddisfare gusti e personalità di chiunque, ma evidentemente non tutti la pensano così: sì, i grandi protagonisti dell’automotive andranno anche verso il consolidamento, ma nel contempo le provano tutte per attaccare le nicchie di mercato dove non si sentono rappresentati a sufficienza. Tant’è che persino negli anni della crisi di marchi ne sono spariti pochi (Saab, Rover) e ne sono comparsi nuovi (Infiniti, DS). E questo primo scorcio di 2018 ce ne annuncia ben quattro. I primi due hanno una matrice comune, legata all’iperattivismo del signor Li Shufu, l’uomo che ha creato la Geely una ventina d’anni fa, che nel 2010 ha acquistato la Volvo e che di recente è balzato agli onori delle cronache per aver sborsato più di sette miliardi di euro per portarsi a casa il 9,7% delle azioni Daimler. Dall’accoppiata Volvo-Geely nasce il brand Lynk&Co, che sarebbe riduttivo battezzare come il semplice “riciclaggio” della meccanica Volvo su un marchio destinato in prima battuta al mercato cinese: l’operazione punta a sperimentare un modello di business inedito per il mondo dell’auto, sulla falsariga di quello ormai consolidato nella telefonia mobile. Ovvero, non compro un prodotto ma il suo utilizzo, sotto forma di un abbonamento, annuale o triennale che sia. E basta con le liste degli optional, qui si può scegliere in una “collezione” di otto versioni. Ma soprattutto, basta concessionari: le Lynk&Co verranno mostrate al pubblico da showroom itineranti nelle principali città europee, si compreranno sul web e si appoggeranno alla rete Volvo soltanto la consegna e l’assistenza. Tre i modelli annunciati: alla Suv 01, già in vendita in Cina faranno seguito una crossover siglata 02, di taglia compatta e di impronta più vicina ai gusti europei, nonché una berlina a due volumi. Tre i modelli preannunciati anche dall’altro marchio nascente della famiglia Volvo-Geely, Polestar, per far da contraltare alle supersportive dall’anima green, tipo la Bmw i8 per intenderci. Si comincia con la possente coupé esposta al salone di Ginevra, battezzata semplicemente 1: 600 cavalli forniti da due motori elettrici e uno a benzina, del quale si potrebbe fare a meno per ben 150 km. Prodotta (in Cina) dal 2019, avrà un prezzo attorno ai 130 mila euro e una tiratura limitata: inizialmente si era parlato di 500 unità, ma visto che dai 18 mercati di destinazione (Italia inclusa) sono già in 7 mila ad averversato un anticipo di 2500 euro, in fabbrica si stanno attrezzando alla bisogna. Di tutt’altra scala, l’operazione avviata recentemente dalla Seat. Che consiste nel trasformare in un brand a sé stante la Cupra, sigla sin qui utilizzata per battezzare le versioni sportive. Prima interprete la Suv Ateca, cui farà seguito una crossover di taglia medio- grande. Con l’obiettivo di attrarre un genere di clientela che ben difficilmente guarderebbe a un marchio “pop” qual è Seat. In tutti i casi si punta a nicchie di mercato, tanto che vien da chiedersi se il gioco valga la candela: cifre non ne rilascia nessuno, ma è evidente che lanciare un nuovo brand (in un mercato oltretutto già vicino alla saturazione) comporta costi rilevanti. Eppure la saga continua: già sono partiti i rulli di tamburo, oggi tradotti in ripetuti teaser sul web, che preannuciano per il 2 maggio il debutto di una supercar firmata Brabham. Un nome sin qui associato soltanto alle vetture da competizione, che oggi pare avviarsi sul percorso che, partendo dalla squadra corse, porta alla nascita di un costruttore vero e proprio. Certo, quelli erano altri tempi, ma in fondo ha cominciato così pure la Ferrari... La Cupra Ateca, primo modello del nuovo marchio prestazionale presentatato dalla Seat, la casa spagnola appartenente al gruppo Volkswagen La Polestar 1 del nuovo marchio del gruppo Volvo-Polestar, coupè da 600 Cv con due motori elettrici e uno a benzina. A destra un prototipo Lynk&Co </p>