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Mps, Morelli dopo il voto: "Nuovo ministro al Tesoro? Per noi non cambia nulla"

L'ad: "Il mio mandato è sempre a disposizione degli azionisti". Sulle possibili aggregazioni: "Il dossier non è sul mio tavolo"

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Il tema delle aggregazioni "non è né sul mio né sul nostro tavolo". Così Marco Morelli, l'amministratore delegato di Mps, a margine del congresso nazionale Fabi sulla questione di possibili matrimoni tra istituti bancari, aggiungendo che la questione "non riguarda il management della banca, ma gli azionisti, nella misura in cui questo tipo di operazioni possano creare valore sotto tutti i punti di vista per i ricavi e la valorizzazione dei dipendenti".

Proprio sugli azionisti, all'indomani delle elezioni bisognerà verificare come il cambio della guardia al Tesoro (per quanto ancora si brancoli nel buio sulle ipotesi di governo) possa impattare su Siena, dove lo Stato è presente oltre il 68% del capitale. Secondo Morelli, l'avvicendamento al Mef non cambia il piano di risanamento del Monte. "Il cambio del ministro dell'Economia non cambia il nostro piano: è chiaro che poi ci sarà un nuovo interlocutore con il quale dialogheremo". A chi gli fa notare le dichiarazioni non concilianti verso Siena degli esponenti dei partiti usciti vincitori dalle elezioni, Morelli replica: "Il fatto che Mps sia stato salvato con i soldi degli italiani è il motivo per il quale lavoriamo notte e giorno per cercare di portare avanti un piano non semplice per controlli e paletti da rispettare con scadenze temporali".

Morelli quindi aggiunge: "C'è un azionista e c'è un cda ai quali io rispondo e, come ho sempre detto, io e il management della banca abbiamo preso un impegno. Poi vale la regola che il mandato di un amministratore delegato è a disposizione degli azionisti in qualunque momento". Morelli spiega che "non mi preoccupo dei risultati delle elezioni anche perchè da quando sono a Siena non mi ha mai chiamato nessuno" della politica.