Economia

Google più forte della multa Ue: conti in crescita grazie alla pubblicità

Gli utili del colosso tech battono le attese degli analisti, a Wall Street si annuncia una seduta record

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MILANO - La pubblicità via mobile e automatizzata è più forte della reprimenda europea con sanzione record: Google festeggia la pubblicazione dei dati finanziari e Alphabet, la sua holding, si mette in evidenza a Wall Street dopo il termine degli scambi ufficiali. Alla ripresa ufficiale delle contrattazioni di martedì, il titolo conferma il rialzo e guadagna circa cinque punti percentuali.

Nonostante la multa da quasi 5 miliardi di dollari arrivata dall'Unione europea, i guadagni dalla pubblicità hanno aiutato Alphabet (la capofila dell'impero del web) a terminare bene il suo secondo trimestre del 2018, battendo le stime degli analisti sia nei ricavi che negli utili.

Nel dettaglio, nel trimestre terminato il 30 giugno, il colosso tech ha messo a segno utili per 7,87 miliardi di dollari: in termini di profitti per azione, si è passati a 11,75 dollari da 8,90 dollari dello stesso periodo dell'anno scorso. Risultati ben superiori alle stime del mercato che si attendeva 9,59 dollari. Togliendo il valore della multa staccata da Bruxelles per l'abuso di posizione dominante sul sistema operativo Android, gli utili netti ad azione si sono fermati a 4,54 dollari. I ricavi invece sono arrivati a 32,66 miliardi di dollari, in aumento del 26% dai 26,010 miliardi del secondo trimestre del 2017 e oltre il consensus pari a 32,17 miliardi. Alphabet ha fatto sapere che farà appello alla decisione dell'Antitrust europea e ha visto il presidente Trump subito schierarsi alle sue spalle, sfruttando l'occasione per un attacco alla Ue e alimentare la guerra commerciale.

Guardando ai singoli segmenti, i ricavi di Google - che include anche il sito di video Youtube - sono stati pari a 32,512 miliardi, in salita dai 25,913 miliardi del 2017. In particolare le vendite generate da pubblicità sono state di 28 miliardi, in rialzo del 23,9% dall'anno prima. I ricavi - esclusi i costi del traffico pagati ai partner - sono invece saliti del 25% a 26.24 miliardi. Secondo le stime di eMarketer, Google si attende di controllare il 31% del mercato della pubblicità quest'anno, in leggero ribasso rispetto all'anno scorso quando aveva raggiunto il 31,7%.

Quello che ha colpito assai positivamente gli analisti è che il numero di click fatti sulle pubblicità apparse su siti legati a Google (il motore di ricerca, Gmail, Youtube e via dicendo) e che hanno generato introiti sono saliti del 58% annuo e del 15% su base trimestrale. Un passo avanti significativo, capace di mettere all'angolo i problemi con i regolatori secondo gli addetti ai lavori citati dal Financial Times. Non a caso, al quotidiano della City Collin Colburn, analista di Forrester Research, declassa a questo punto la multa da 5 miliardi di dollari come una "tirata d'orecchie" per Google, mentre per qualsiasi altra compagnia sarebbe un bel problema.

Il cost-per-click (una misura dei prezzi per la pubblicità attentamente monitorata) è sceso del 22% annuo e del 10% trimestrale sui siti Google. Alphabet inoltre ha visto lievitare a 5,5 miliardi le spese per capitale, quasi il doppio di quelle del secondo trimestre 2017. Un altro elemento guardato da vicino è il costo pagato da Google per mantenere la leadership nel mercato delle pubblicità mobile: ha pagato per essere il motore di ricerca di default su Apple e altri produttori il 26% in più del 2017. Durante la conferenza telefonica con gli analisti, il ceo Sundar Pichai ha cercato di tranquillizzare gli investitori riguardo la multa sostenendo che non sono ancora chiari gli effetti della decisione su Android e che il gruppo avrà un "approccio costruttivo".

Tornando ai conti finanziari, la voce "other bets" (che comprende progetti come i veicoli autonomi Waymo) ha segnato perdite per 732 milioni di dollari dai 633 dell'anno prima. Alphabet continua a non indicare le vendite generate dalle attività cloud, un mercato in cui compete con Amazon. Alla voce "Google other revenues" - nella quale si trova il cloud, insieme a Nest - i ricavi sono saliti a 4,4 miliardi di dollari, il 36,5%.