Arnaldo Caprai di Montefalco, Perugia, vince la quarta edizione del Premio Gavi La Buona Italia, in quanto portabandiera della New Green Revolution già attuata dagli inizi del 2000.Questo anno il premio ha analizzato analizziamo il rapporto concreto tra Vino e Responsabilità Sociale in Italia, scegliendo le realtà italiane che lo applicano in modo virtuoso.
Una nuova prospettiva del concetto di ‘Buona Italia’ e del termine ‘Sostenibilità’ che include molteplici dimensioni: la bottiglia “prodotto” che deve soddisfare un consumatore sempre più consapevole e avere caratteristiche di qualità, autenticità, tracciabilità; l’ambiente, attraverso la salvaguardia del paesaggio e il sapiente utilizzo dei prodotti in vigneto; il territorio, con politiche di conservazione del patrimonio idrogeologico, naturale e culturale del luogo e le risorse umane, perché l’indotto vino genera occupazione e sviluppo.
100 tra produttori ed esponenti del panorama del vino nazionale della comunicazione e della Responsabilità sociale di Impresa erano riuniti questa mattina per imbastire e firmare la Carta del Vino Responsabile, durante il Laboratorio Gavi 2018. alla Tenuta Centuriona. Un evento senza precedenti, condotto da Lisa Casali, in cui sono stati definiti, commentati e approfonditi i 10 elementi che costituiscono un ‘manifesto’ per la Responsabilità Sociale nel mondo vitivinicolo italiano.
La precedente edizione, invece, aveva premiato la Cantina siciliana Planeta, tra le aziende che fanno bene al turismo:Planeta è stata premiata per il progetto VS7, Viaggio in Sicilia, The Ambassador experience. Azienda si era già distinta per molti altri progetti come le mostre al museo archeologico di Gela, allo Spasimo (mai aperti prima all arte contemporanea) e NEXT al Salinas; le miniere di sale di Realmonte; Palazzolo Acreide; Maccalube; le tartarughe sulla spiaggia in contrada Capparrina a Menfi; il Castello di Milazzo; Argimusco; Caravaggio; Ortigia, e tanto altro.
Nel 2016, invece, sono state premiate iniziative di matrimonio tra wine-food e progetti artistici. Il premio era andato a Ceretto Aziende Vitivinicole, di San Cassiano nelle Langhe, al suo famoso Blangé, ha affiancato un'opera culturale, la Cappella della Madonna delle Grazie, ora chiamata anche cappella del Barolo, mai consacrata, è stata restaurata all'interno dall'artista inglese David Tremlett, e all'esterno dall'americano Sol Lewitt con un'accesa e originale policromia: "un progetto architettonico e artistico che meglio riflette "La Filiera della Bellezza”, la motivazione con la quale è stata giudicata prima tra oltre 200 progetti. La Filiera della Bellezza è la prima delle “Sette Regole per La Buona Italia” stabilite dal Laboratorio Gavi che da due anni seleziona il miglior frutto del matrimonio tra vino o cibo e arte. per la prima volta ha presentato i numeri che si nascondono dietro questa filosofia: le aziende vitivinicole che investono in un nuovo packaging o in etichetta d’autore percepiscono un aumento del prodotto venduto fino al 40% in più, una maggiore visibilità aziendale fino al 60%, che raggiunge il 92% se si investe in Produzioni culturali/Arti performative ed eventi multidisciplinari; chi si è impegnato nel restauro e nella valorizzazione di beni culturali raggiunge fino al 100% in più di visibilità aziendale e di relazioni con la comunità locale. Sono i dati emersi dal Rapporto Nazionale “Wine Food&Arts in Italia” promosso dal Consorzio Tutela del Gavi e dal CeSTIT, Centro Studi per il Turismo dell’Università di Bergamo,presentato durante le premiazioni.Un'indagine che è diventata una mappa delle nozze wine-food-art realizzata studiando 96 Aziende vinicole, 5 Consorzi vinicoli Wine, 43 Aziende alimentari, 5 Consorzi alimentari, 70 altre realtà oltre che 48 Musei del Cibo e del Vino pubblici e istituzional.
Adesso i tempi sono maturi per una chiamata alle armi per la responsabilità sociale. "Se il mondo della finanza ha sdoganato l’impatto sociale per le proprie attività significa che è davvero in atto un cambiamento epocale e che siamo pronti per muoverci in questo senso” ha detto Mario Calderini, direttore di Tiresia,il Centro Ricerca Social Innovation del Politecnico di Milano, invitando a trasformare la Carta di Gavi del Vino Responsabile da manifesto ad un sistema di conoscenza e informazione da diffondere tra i protagonisti del settore. E che dal vino coinvolga sempre di più produttori e consumatori.
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