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Russiagate, Facebook ammette: "Pubblicità russe viste da dieci milioni di persone"

(reuters)
I dati sono stati diffusi dall'azienda di Mark Zuckerberg: "Il 50 per cento delle inserzioni costava meno di 3 dollari l'una. E il 44 per cento degli utenti le ha viste prima delle elezioni di novembre"
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ALMENO dieci milioni di persone hanno visualizzato le inserzioni pubblicitarie presenti su Facebook e finite sotto la lente dell'inchiesta Russiagate. Questa la stima rilasciata dall'azienda di Mark Zuckerberg, nel giorno in cui ha consegnato tutta la documentazione agli inquirenti del Congresso. Nei giorni scorsi Facebook ha ammesso che alcune società russe avrebbero acquistato circa 3mila spazi pubblicitari sulla propria piattaforma, per diffondere messaggi politici e influenzare il voto. Il vicepresidente della comunicazione, Elliot Schroge, ha spiegato che, di questi, il 44 per cento sarebbe stato visualizzato prima delle elezioni di novembre, e che il 25 per cento non ha mai raggiunto nessun utente.

"La metà degli 'ads' acquistati è costata meno di tre dollari l'uno, il 99 per cento meno di mille", ha scritto Schroge in una nota. Il sistema di visualizzazione di Facebook fa in modo che le pubblicità vengano mostrate, in base al proprio contenuto, agli utenti più interessati. È questo il motivo per cui il 25 per cento delle inserzioni malevole non ha raggiunto alcun utente, probabilmente ritenute "non interessanti" dall'algoritmo di Facebook.

Schroge ha fatto notare che gli "ads" sono stati rimossi non per i propri contenuti, ma perché acquistati da account che si sono rivelati falsi. "Molte inserzioni non violavano le nostre politiche interne: questo significa che se fossero state acquistate da profili autentici, sarebbero rimaste sulla piattaforma".

Da quando il social network ha iniziato a collaborare con il procuratore speciale Robert Mueller e le commissioni del Congresso, è possibile avere un quadro più chiaro sulla vicenda Russiagate. Tra il 2015 e il 2017 circa 500 account non verificati, collegati a una società russa, avrebbero speso 100 mila dollari in 'ads', gli spazi pubblicitari offerti dal social network. Attraverso queste inserzioni, sono state veicolate "fake news" e messaggi politici e sociali che dividono l'opinione pubblica statunitense, su razzismo, comunità Lgbt, immigrazione e diritto di possedere armi.