Esteri

Brasile, Battisti in tv: "Non scappavo. Dovevo comprare del vino"

Cesare Battisti prima di imbarcarsi per San Paolo (ansa)
Così Cesare Battisti ha dichiarato nel corso di un'intervista a Globo tv, dalla sua casa sul litorale atlantico del distretto di San Paolo
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SAN PAOLO – Sbarbato, rilassato, deciso e combattivo, Cesare Battisti è riapparso sui media con una breve intervista a Globo tv che lo ha rintracciato nella sua casa sul litorale atlantico del distretto di San Paolo. “Con due miei amici”, racconta l’ex militante dei Pac, reduce da un fermo al confine con la Bolivia per violazioni delle leggi valutarie, arrestato e poi rilasciato su decisione del giudice della Terza regione dello Stato, “avevamo deciso di andare in Bolivia per comprare del vino e materiale da pesca. Dall’altra parte costa meno, è tutto più economico e quindi era più conveniente”.

Quando la giornalista gli chiede se non avesse in realtà intenzione di fuggire vista la nuova richiesta di estradizione dall’Italia, Battisti si è inalberato. “Non stavo scappando da nulla. Io posso entrare e uscire dal Brasile come ogni normale cittadino brasiliano. Non sono un rifugiato politico. Ho un visto di residenza permanente e ho gli stessi diritti e doveri di ogni cittadino straniero che si trova nelle mie condizioni”. Seduto nel salotto della sua abitazione da lui indicata come sede di residenza attuale per osservare gli obblighi di firma a cui è tenuto secondo quanto disposto dal magistrato che ha deciso di sua scarcerazione, Battisti ha spiegato brevemente di essere “perseguitato dalla giustizia italiana”.

A suo parere non avrebbe commesso gli attentati che gli sono stati contestati e che hanno poi portato ai due ergastoli per due omicidi e due concorsi in omicidio. Una tesi ribadita sempre da Battisti e che è stata al centro di un vastissimo dibattito. Sullo sfondo resta la domanda di estradizione che l’Italia, attraverso la nostra ambasciata, ha inoltrato ormai da tre giorni alle autorità competenti. La parte burocratica dell’ennesima battaglia che il nostro paese sta conducendo per riportare l’ex militante della galassia armata di sinistra degli anni 70-80, si è conclusa.

Battisti: "Non sono un rifugiato politico, ho il diritto di espatriare"

Ora si lavora sul piano politico-diplomatico. L’ambasciatore Antonio Bernardini è rientrato domenica sera a Brasilia. Ha riannodato i suoi contatti e ora resta in attesa di una presa di posizione del presidente Michel Temer. Il clima che si respira qui a San Paolo ma soprattutto a Brasilia è di attesa. Il capo dello Stato è l’unico che può cancellare la firma apposta dall’allora presidente Lula con la quale si concedeva la residenza permanente a Battisti e si negava la richiesta di estradizione. Farlo ha forti implicazioni politiche. E visto che Temer è circondato da guai giudiziari e il suo consenso è appeso ad un misero 3 per cento, prima di prendere una decisione vuole evitare quanto meno scivoloni di tipo giuridico. Cesare Battisti è molto più sicuro e lancia un chiaro messaggio. All’Italia e al Brasile. “Il rifiuto all’estradizione non può esser revocato dopo cinque anni”, conclude nella sua intervista. “Estradarmi è impossibile”.