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Cina, Xi rieletto per altri 5 anni a capo del Pcc: leadership resta a sette, manca 'erede'

Il Comitato permanente del Politburo (ansa)
Resta il premier Li Keqiang mentre entrano Li Zhanshu, Wang Yang, Wang Huning, Zhao Leji (segretario della Commissione Anticorruzione) e Han Zheng (capo Pcc Shanghai). Alla presentazione negato invito a Bbc, Economist, Financial Times, Guardian e New York Times
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PECHINO - I magnifici sette capitanati da SuperXi sono pronti a catapultare la Cina verso "nuovi compiti, nuovi obiettivi" nella "nuova era" che porta già il nome del nuovo Mao, dice lo stesso Xi Jinping annunciando in una conferenza stampa senza domande di essere stato appena rieletto segretario del partito. Ma la missione certo non impossibile è soprattutto una: non disturbare il grande manovratore.

Il nuovissimo comitato permanente dei sette uomini più potenti della Cina per la prima volta dai tempi di Deng Xiaoping non sfodera l'erede apparente, il Delfino destinato a sostituire il Re, anzi ormai l'Imperatore Xi. Per la legge non scritta del limite d'età, 68 anni, dovevano lasciare in cinque, tranne appunto soltanto il grande Xi, 64 anni, e il suo ex sfidante e ora premier Li Keqiang, 62. E così è stato.

Ma il nuovo Chinese Dream Team, che pure sembra fatto a immagine e somiglianza del leader, non ha nessuna personalità di spicco in grado di sostituire tra cinque anni il leader maximo alla scadenza del suo secondo mandato.
 
Mancano rappresentanti della sesta generazione e quindi il potenziale "delfino" destinato a prendere tra cinque anni la guida del Partito e dello Stato (reuters)
Eccoli dunque i nomi che Repubblica, insieme ai media di mezzo mondo, aveva già inserito nei papabili. Li Zhanshu, 67 anni, dopo Wang Qishan, l'ex zar anti corruzione e braccio destro di Xi, anche lui costretto a lasciare per l'età, il più fedele alleato del segretario-presidente: hanno cominciato insieme negli anni '80 nell'Hebei, e l'elezione nei Magnifici 7 è quasi il premio di fine corsa. Han Zheng, 63 anni, uomo grigio cui unico grande asset è essere stato sindaco di Shanghai quando Xi lì era il boss del partito, un tempo in quota Jiang Zemin, l'ex presidente che fu delfino di Deng, ma oggi fedelissimo del nuovo Mao.

Wang Huning, 61 anni, "Il Kissinger cinese", ghost writer dai tempi appunto di Jiang Zemin, uno dei "tre ideologi" di Xi con Chen Xi e Liu He, accomunati dagli studi negli Usa. Wang Yang, 62 anni, all'ultimo Congresso tra i papabili leader, oggi fedelissimo di Xi per cui segue la Nuova Via della Seta, già vicepremier ma candidato a diventare il numero 2 esecutivo, il "braccio" di Xi al collo di Li Keqiang. E infine, ultimo ma non certo di importanza, unica sorpresa sui pronostici della vigilia, Zhao Leji, il più giovane del gruppo a 60 anni, il capo dell'organizzazione che adesso prenderà in mano la potentissima commissione disciplina tanto cara a Xi che sotto la guida del fedelissimo Wang Qishan è diventata in tutti questi anni lo strumento per liberarsi di troppi nemici.

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Squadra fatta, dunque, da oggi si ricomincia verso una "nuova era del socialismo dalle caratteristiche cinesi", come recita il titolo della teoria di Xi che è stata appena iscritta nella costituzione associandola al suo nome, onore fine qui concesso soltanto al padre fondatore Mao. Ritorno al passato?

Xi parla e promette di "modernizzare" il paese, grazie a "profonde riforme" e "un'ancora più grande apertura" al mondo. Ma la sua Cina, in realtà al mondo si chiude. Quantomeno a quello dell'informazione. L'associazione dei giornalisti stranieri fa notare che alla presentazione del comitato permanente è stato negato l'invito a Bbc, Economist, Financial Times, Guardian e New York Times. "Usare l'invito dei media come uno strumento per punire i giornalisti il cui lavoro non è gradito alle autorità cinesi" dice una nota "costituisce una grave violazione dei principi della libertà di stampa".

Non vi chiedo di elogiarci, ha detto lo stesso Xi ai giornalisti alla fine della conferenza stampa senza domande, ma vi invito a dare una corretta rappresentazione degli eventi. Una ramanzina bella e buona: senza considerare che per rappresentare gli eventi bisognerebbe essere messi nella condizione di farlo. È questa la "nuova era" in cui i suoi Magnifici Sette vogliono guidare la seconda potenza del mondo?

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