Esteri

Australia, vicepremier e altri parlamentari non eleggibili per 'doppia cittadinanza'

La decisione dell'Alta Corte, presa in rispetto di una legge vecchia 116 anni, rischia di travolgere l’esecutivo

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LO SCANDALO della doppia cittadinanza miete le sue prime vittime a Canberra e rischia di travolgere l'esecutivo: l'Alta Corte australiana ha dichiarato ineleggibili cinque membri del Parlamento. Una sentenza che potrebbe mettere in serio pericolo il governo di coalizione del primo ministro conservatore Malcolm Turnbull, con una maggioranza di un solo seggio alla Camera dei Rappresentanti. 

La crisi era esplosa a luglio, dopo la scoperta della doppia cittadinanza australiana e neozelandese del parlamentare dei Verdi, Scott Ludlam, prontamente dimessosi. Solo la punta dell'iceberg: settimane di rivelazioni, indagini e confessioni hanno travolto altri sei politici, tra loro membri dei Verdi e di partiti nella coalizione di governo, finiti 'sul banco degli imputati' perché in possesso di un'altra cittadinanza oltre a quella australiana. 

Una condizione non ammessa da una legge vecchia 116 anni: è la norma che vieta a chiunque ricopra cariche elettive di possedere cittadinanza di "altri paesi", in una nazione che pure conta il 28% di cittadini nati all'estero. A stabilirlo è la sezione 44 della Costituzione, sebbene gli esperti suggeriscano che la norma faccia riferimento alle persone che all'epoca risiedevano al di fuori del Commonwealth, che comprendeva non solo l'Australia, ma anche il Canada, la Nuova Zelanda e altri territori sotto il dominio britannico.

A perdere seggio sono cinque dei sette parlamentari i cui casi erano approdati all'Alta Corte. Salvo, invece, il senatore e ministro per le Risorse federali Matt Canavan. Il suo scheletro nell'armadio? Le proprie radici italiane, che ne avevano quasi messo a repentaglio la carriera politica dopo un’inaspettata rivelazione della madre: anni prima, la donna lo aveva infatti registrato (a sua insaputa) come italiano residente all’estero, dopo avere ottenuto lei stessa la cittadinanza italiana. Rimane in carica anche il senatore indipendente Nick Xenophon, che aveva saputo di essere britannico, oltre che australiano, a causa di una bizzarra condizione: il padre, nato a Cipro (ma poi andato via dall'isola nel 1951 proprio per sfuggire alla dominazione degli inglesi), aveva ereditato la cittadinanza della madrepatria, trasferendola anche al figlio.

A tenere col fiato sospeso il governo è ora la non eleggibilità del vice primo ministro e deputato Barnaby Joyce. Reo confesso dopo una notifica da Wellington che lo informava di essere cittadino della Nuova Zelanda, quest'estate il vicepremier aveva scelto di rinunciare alla doppia cittadinanza. Dietro la rivelazione della discendenza di Joyce, secondo la maggioranza, vi sarebbero state cospirazioni degli avversari per affossare il governo. Il suo seggio, appartenente al National Party e cruciale per la tenuta di Turnbull, sarà oggetto di un'elezione straordinaria il prossimo due dicembre.