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(reuters)

Polonia, Giorno dell'Indipendenza: l'ultradestra xenofoba si prende la piazza

Sessantamila nazionalisti sfilano nella capitale polacca Varsavia nell´anniversario del recupero dell'indipendenza al termine della Prima guerra mondiale, l'11 novembre del 1918. Meno numerosa la contromanifestazione di gruppi democratici che denunciano il "pericolo fascista"

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"VOGLIAMO DIO", "Polonia pura, Polonia bianca", "Rifugiati al diavolo". Con questi duri slogan, molte decine di migliaia di nazionalisti, oltre sessantamila secondo le agenzie di stampa internazionali, hanno sfilato oggi in un enorme corteo nella capitale polacca Varsavia nell´anniversario dell´indipendenza. Molto piú piccola è stata la contromanifestazione di gruppi democratici che denunciano il "pericolo fascista". Mentre alle cerimonie ufficiali governative il leader storico della maggioranza, il popolare Jaroslaw Kaczynski, ha auspicato "una Polonia davvero indipendente", definendo "questione d´onore" chiedere ancora ulteriori riparazioni di guerra alla Germania.

Un clima nazionalista, antieuropeo, xenofobo, intollerante, si respira in Polonia come in altri tra i Paesi del gruppo di Viségrad (Cechia Ungheria Slovacchia) e nel resto del centro-est dell´Europa. Nella ricorrenza dell´indipendenza nazionale, la manifestazione nazionalista con una forte partecipazione di gruppi di giovani dell´ultradestra xenofoba con i loro simboli, è stata l´evento principale.

Con slogan che rinnegano di fatto i valori democratici, liberal, europeisti e di tolleranza e non violenza che guidarono la rivoluzione non violenta del 1989 guidata da Solidarnosc, la quale segnò l´inizio della fine dell´Impero sovietico. L´umore del corteo sembrava segnalare anche uno sdoganamento di idee di destra radicale, proprio nella Polonia che con l´aggressione nazista fu tra le vittime piú colpite dal nazifascismo.

 Giovani, ma anche famiglie con i bebé in carrozzina, hanno partecipato al corteo lungo ben tre chilometri che ha percorso il centro di Varsavia, tra il lancio di petardi, un mare di bandiere nazionali, canti patriottici e slogan radicali. "A colpi di martello, a colpi di falce, spazziamo via la marmaglia rossa, i comunisti", hanno gridato alcuni. Un partecipante, intervistato dalla televisione Tvp, ha detto "stiamo manifestando per eliminare l´ebraismo dal potere".

Un altro slogan era "Europa bianca di nazioni fraterne", un chiaro no sia ai migranti - la Polonia rifiuta le quote di ripartizione decise dall´Unione europea, e non ospita praticamente nessun migrante nordafricano o arabo, solo un milione di ucraini fuggiti dalle zone di guerra - ma anche un netto rifiuto dell´idea di ulteriore integrazione politica nell´Unione europea, come secondo le proposte della Francia del presidente Emmanuel Macron e della Germania della cancelliera Angela Merkel.

Giornata difficile quindi per il presidente dell´esecutivo europeo, l´ex premier liberal polacco Donald Tusk, che è venuto a partecipare alle commemorazioni ufficiali dell´indipendenza nel difficile tentativo di rilanciare il dialogo tra Ue e Varsavia. Secondo le istituzioni europee, molte recenti decisioni prese dal governo nazional-conservatore polacco, specie la riforma della giustizia, minacciano l´indipendenza della magistratura e lo Stato di diritto.

"La cultura cristiana è superiore a quella musulmana", hanno scandito i dimostranti, e anche "onore ai nostri eroi". Molti di loro, intervistati dalle televisioni e dalle agenzie di stampa o dagli inviati dei siti, hanno sottolineato di appoggiare appieno la linea di contrapposizione dura della maggioranza nazional-conservatrice liberamente eletta sia verso la Ue sia sul tema dei migranti. I no del centro-est della Ue appaiono un problema ogni giorno piú serio per la Commissione europea e per l´Unione europea in generale.

I cui Paesi fondatori, in dichiarazioni di loro alte fonti anonime a media dell´Europa occidentale, dicono spesso di non capire piú cosa vogliano i nuovi membri, i quali tra l´altro ricevono da Bruxelles ingenti aiuti, vitali per la loro crescita economica.
Il no ai migranti, recentemente, era stato espresso in Polonia da una gigantesca mobilitazione ai confini con il rosario in mano, un gesto simbolicamente anti-islamico.

"L´Islam ci porta solo terrorismo", dicevano questo sabato sera i dimostranti di Varsavia. Un no ai migranti che appare come un nemico necessario e immaginario, data appunta l´assenza di migranti in Polonia. I contro-manifestanti dei gruppi di opposizione e delle Ong hanno denunciato un crescente clima di odio anti-europeo e xenofobo e di diffusa paura.