Esteri

Egitto, attacco a moschea sufi: più di 300 morti e oltre cento feriti

La moschea colpita dall'attentato, nel Sinai settentrionale (ansa)
L'attentato nel villaggio di Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, nel Sinai settentrionale. Tra le vittime, decine di bambini. I terroristi avrebbero collocato ordigni artigianali intorno al luogo di culto, facendoli esplodere all'uscita dei fedeli, dopo la preghiera del venerdì. Sospetti su gruppi islamisti. La moschea era soprattutto frequentata da sufi
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IL CAIRO - È di oltre 300 morti, di cui 27 bambini, e più cento feriti il bilancio dell'attacco terroristico di venerdì mattina contro la moschea egiziana di Bir al-Abed, a ovest della città di Arish, nella regione del Nord Sinai. Lo conferma un comunicato della Procura generale egiziana. I terroristi avrebbero collocato ordigni artigianali intorno al luogo di culto, facendoli esplodere all'uscita dei fedeli, dopo la preghiera del venerdì, giorno sacro per i musulmani. Gli attentatori avrebbero poi sparato sulle persone in fuga e sulle ambulanze giunte sul posto per soccorrere le vittime, almeno secondo quanto ha detto al canale Extra News il responsabile dei soccorsi Ahmad al-Ansari.

Il commando non è ancora stato identificato, ma i sospetti delle autorità ricadono su gruppi islamisti attivi nella regione. La moschea è per lo più frequentata da sufi, fedeli che praticano il sufismo, una corrente mistica dell'islamismo.

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La moschea colpita "è frequentata dalla tribù Sawarka, la maggiore del nord del Sinai e, in generale, conosciuta per la sua collaborazione con l'esercito e le forze dell'ordine" nella lotta contro l'Isis, ha spiegato una fonte locale all'Ansa. 

· LUTTO NAZIONALE
Al momento non c'è stata nessuna rivendicazione. Il presidente egiziano al-Sisi ha convocato una riunione d'emergenza con i responsabili della sicurezza e in tutto il Paese sono stati dichiarati tre giorni di lutto.

La prima condanna dell'attacco è arrivata da Al-Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell'islam sunnita, basato al Cairo, tramite le parole del suo Grande Imam Ahmed al-Tayeb, riportate dall'agenzia Mena.

· IL SOSTEGNO ITALIANO
Anche dall'Italia arrivano parole di condanna. "Orrore per la strage terroristica nella moschea del sinai. I nostri pensieri vanno alle vittime, la nostra solidarietà alle famiglie colpite e all'Egitto", ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un messaggio inviato all'omologo egiziano Abd Al-Fattah Khalil Al-Sisi, ha fatto sapere che "nella comune lotta contro il terrorismo e l'estremismo religioso -nemici esiziali della libera espressione del culto- l'Egitto potrà contare sempre sul determinato sostegno dell'Italia".

(ultimo aggiornamento: 25 novembre 2017)