Esteri

Catalogna, Junqueras resta in carcere insieme ad altri tre leader indipendentisti

Il tribunale supremo di Madrid ha anche deciso di liberarne altri sei su cauzione: 100 mila euro a testa. Il 14 dicembre la decisione sull'estradizione di Puigdemont

1 minuti di lettura
ROMA - Sei fuori, pagando una cauzione di 100mila euro a testa, e quattro dentro. È questa la decisione del giudice del Tribunale supremo di Madrid, Pablo Llarena, sugli ex ministri del governo catalano in carcere e i due leader dei movimenti civici pro indipendenza (Anc e Òmnium). L'ex vicepresidente catalano, Oriol Junqueras, insieme all'ex ministro regionale degli interni, Joaquim Forn, e a Jordi Sànchez (Anc) e Jordi Ciuxart (Òmnium) resteranno in detenzione preventiva e non potranno partecipare alla campagna elettorale per le elezioni del 21 dicembre che inizia alla mezzanotte di oggi. Gli altri sei ex consellers della Generalitat invece potranno essere scarcerati dietro cauzione.

Nel caso del leader di Esquerra republicana (Erc), Junqueras, di Forn e dei due Jordi's, il magistrato esclude il "pericolo di fuga" ma non quello della reiterazione del reato e, per questo, non gli concede la libertà su cauzione. Tutti i leader indipendentisti in carcere erano stati interrogati la settimana scorsa dal giudice Llarena e avevano dichiarato di rinnegare la Dui, dichiarazione unilaterale di indipendenza, sostenendo che avrebbero continuato a perseguire i loro obiettivi politici attraverso il dialogo e il rispetto della Costituzione. Ai primi sei il magistrato ha creduto, agli altri no, tanto che nella sentenza sottolinea come "non sono sufficienti affermazioni formali ma bisogna attendere che il cambiamento di volontà si vada confermando come vero e reale".

Le prime reazioni in Catalogna sono critiche. Il segretario dei socialisti catalani, Miquel Iceta, ha detto che è "una brutta notizia" la mancata scarcerazione di Junqueras e degli altri tre esponenti indipendentisti. Mentre il portavoce del partito dell'ex vicepresidente ha parlato di "un'altra ingiustizia" , di "una condanna arbitraria senza processo" , aggiungendo che il carcere preventivo viòla i diritti politici degli accusati che sono candidati alle elezioni del 21 dicembre.

Oriol Junqueras è il capolista di Erc per Barcellona, mentre Jordi Sànchez è il numero due dell'altra lista nazionalista, quella guidata dall'ex presidente rifugiato in Belgio, Carles Puigdemont. Difficile prevedere che effetti possa avere sul voto la decisione del giudice Llanera. Il partito di Junqueras è in testa ai sondaggi seguito dalla prima formazione "unionista", ossia Ciutadans guidata da Inés Arrimada. Una battaglia all'ultimo voto visto che i due fronti, nazionalisti e unionisti, rischiano di arrivare al traguardo dello scrutinio alla pari.

Quanto a Puigdemont, la magistratura belga deciderà il 14 dicembre se estradarlo verso la Spagna, insieme agli altri ex consiglieri catalani riparati in Belgio. "Se saranno estradati correranno il rischio di una violazione dei diritti umani - hanno ribadito gli avvocati degli esponenti catalani - e questa è una buona ragione per rifiutare l'estradizione".