Esteri

Usa, Trump: "Mai soluzione amichevole con Corea del Nord se Cina continua a venderle petrolio"

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (ap)
Il presidente torna a parlare della minaccia nucleare del regime di Kim Jong-un, lanciando in realtà un monito a Pechino. In precedenza, le autorità cinesi avevano smentito quanto affermato da un quotidiano sud-coreano su petroliere cinesi che hanno agganciato navi nord-coreane in mare rifornendole di greggio. "Mai violato le sanzioni"
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WASHINGTON - Il presidente degli Stato Uniti torna a parlare della minaccia Corea del Nord, lanciando in realtà un monito alla Cina. "Finché la Cina permetterà il passaggio di petrolio in Nord Corea - le parole del presidente Usa - non potrà mai esserci una soluzione pacifica" alla crisi generata dal programma missilistico nucleare del regime di Kim Jong-un.
Il messaggio è in un tweet del presidente Usa. In precedenza, le autorità cinesi avevano smentito quanto affermato da un quotidiano sud-coreano: non abbiamo mai violato le sanzioni Onu (contro Kim Jong-un) vendendo petrolio alla Corea del Nord. Secondo il quotidiano sud-coreano, petroliere cinesi hanno agganciato navi nord-coreane in mare rifornendole di greggio.

Le restrizioni alla vendita di greggio, ma anche del petrolio raffinato, alla Corea del Nord, fanno parte delle nuove sanzioni approvate all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu la scorsa settimana. In dettaglio, la risoluzione, il cui testo è stato preparato dagli Usa, mette al bando le esportazioni di petrolio raffinato in Corea del Nord riducendole del 90% e portandole a un massimo di 500mila barili annui. Il tetto alla vendita di greggio è invece fissata a 4 milioni di barili all'anno. Il Consiglio di Sicurezza, inoltre, si è impegnato a disporre ulteriori restrizioni nel caso in cui la Corea del Nord dovesse proseguire nel lancio dei suoi missili balistici a lungo raggio e nei suoi test nucleari. Misure a cui Kim Jong-un ha risposto duramente, definendole un "atto di guerra".

La Cina, che ha votato la risoluzione e in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza avrebbe potuto bloccarla col suo veto, si difende dai sospetti nutriti a Washington, come a Seul e Tokyo, sulla sua piena adesione al rispetto delle nuove sanzioni contro Pyongyang. Dopo le rivelazioni della stampa sud-coreana, è stato il portavoce del ministro della Difesa a ribadire durante un briefing che la Cina, incluso il suo apparato militare, è fortemente impegnata affinché le sanzioni contro la Corea del Nord funzionino. "La situazione che menzionate (il passaggio di petrolio da navi cinesi a navi di Pyongyang) non esiste nel modo più assoluto".

Ma sospetti investono anche la Russia, che pure è membro permanente del Consiglio Onu e ha votato la risoluzione, dopo la scoperta che Mosca ha aperto segretamente un canale di comunicazione verso la Corea del Nord, incluse nuove connessioni internet in alternativa alle comunicazioni primarie garantite a Pyongyang dalla stessa  Cina.