Esteri

Romania, è crisi di governo: si dimette il premier Tudose dopo braccio di ferro nei socialdemocratici

Mihai Tudose, il premier romeno socialdemocratico dimissionario (ansa)
"Mi ritiro a testa alta": il direttivo del partito di maggioranza toglie la fiducia al primo ministro che getta la spugna. Rapporti deteriorati anche a causa della titolare dell'Interno, Carmen Dan, vicina a Dragnea, uomo forte del Psd: il capo del governo ne aveva chiesto le dimissioni dopo accuse di pedofilia a polizia
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SERIA crisi di governo in Romania, causata dalla decisione dell'uomo forte del paese, Liviu Dragnea, di lasciare in carica la ministra dell'Interno la quale è accusata di aver mentito sulle accuse di pedofilia a carico del massimo responsabile della polizia. Questa sera, dopo ore di teso confronto al vertice del Partito socialdemocratico (forza di maggioranza e di governo) il primo ministro Mihai Tudose ha annunciato le sue dimissioni: "Mi ritiro a testa alta", ha detto. 

E' stato il direttivo del Partito socialdemocratico a decidere stasera di ritirare la fiducia a Tudose. Dietro la scelta tutti vedono la mano di Liviu Dragnea, il quale essendo già colpito da una condanna a due anni con la condizionale per frode elettorale non può ricoprire incarichi nell'esecutivo, ma di fatto decide tutto nella maggioranza. Il capo dello Stato liberal ed europeista, Klaus Iohannis, di solito molto critico verso il partito di governo e a fianco dei giudici e della società civile nella lotta alla corruzione, ha approvato le dimissioni di Tudose. 

Il tema dello scontro con Dragnea che Tudose ha perso è la sorte della ministra dell'interno, Carmen Dan. Il capo del governo appena dimessosi esigeva il ritiro di Carmen Dan dal gabinetto, affermando che ella aveva mentito a lungo su uno scandalo gravissimo. E cioè sul caso del capo della polizia da poco estromesso, Bogdan Despescu, il quale era stato accusato di coprire due gravi casi di pedofilia: aver abusato di una bimba di 5 anni e di un bimbo di 9 anni. 

Dragnea, riferiscono l'autorevole Agence France Presse e altre fonti internazionali, ha invece deciso di proteggere la sua alleata e amica politica Carmen Dan. E visto che era impossibile ricomporre il conflitto tra lei e il premier, ha scelto di sacrificare il premier. E' la seconda volta in sette mesi che Dragnea, notano gli osservatori, impone di sostituire il capo del governo. Il precedente era la caduta di Sorin Grindeanu, sempre socialista ma che Dragnea riteneva a quanto si dice troppo autonomo e indipendente. 

Non si sa ancora chi sarà il successore di Tudoseinviso a Dragnea anche per un recente rimpasto di governo condotto di sua iniziativa senza consultare l'uomo forte. Nelle prossime ore il partito di maggioranza e di fatto Dragnea devono ancora sceglierlo. Ma la crisi politica nel più importante paese balcanico, membro dell'Unione europea e nella Nato, non rafforza certo la stabilità nella regione e nella Ue in generale. Tanto più se si tiene conto dello sfondo della situazione romena attuale. 

A un dinamico sviluppo economico - con tassi di sviluppo quasi cinesi la Romania vanta la maggiore crescita economica nell'intera Ue - si affianca infatti un grave conflitto tra maggioranza di governo da un lato contro società civile e magistrati anticorruzione dall'altro, conflitto che ormai ha portato a pacifiche ed endemiche proteste di piazza. Al potere dall'autunno 2016, il Partito socialdemocratico ha tentato più volte di passare leggi salvacorrotti. Ha dovuto fare marcia indietro davanti alle proteste della società civile. Ma a dicembre la maggioranza è riuscita a far passare in Parlamento una legge di riforma della giustizia che secondo i suoi critici vuole minare l'indipendenza della Dna (Directia nationala anticoruptiei, l'autorità anticorruzione) e ridurne i poteri. Il timore di un attacco alla libertà d'azione della Dna era stato espresso dalla sua direttrice, giudice Laura Codruta Kovesi, in una recente intervista a Repubblica.